Davigo: "L'errore italiano? Dire 'aspettiamo le sentenze'". Renzi: "Fa paura"

Marcucci (Pd): "Fa tremare le vene dei polsi". Più Europa: "Inquietante"

Matteo Renzi e sullo sfondo Piercamillo Davigo (ImagoE)

Matteo Renzi e sullo sfondo Piercamillo Davigo (ImagoE)

Roma, 29 maggio 2020 - E' bufera sulle parole del membro togato del Csm Piercamillo Davigo pronunciate ieri durante la trasmissione Piazzapulita, condotta da Corrado Formigli. Riferendosi al caso Palamara e all'inchiesta di Perugia, Davigo ha detto: "L'errore italiano è stato quello di dire sempre: 'Aspettiamo le sentenze'. Se invito a cena il mio vicino di casa e lo vedo uscire con la mia argenteria nelle tasche, non devo aspettare la sentenza della Cassazione per non invitarlo di nuovo".  

Le parole di Davigo hanno scatenato la reazione dei social e della politica. "Il giudice Davigo dice che l'errore italiano sia 'aspettare le sentenze'. Per i giustizialisti basta la condanna mediatica. Aspettare le sentenze non è un errore: si chiama civiltà. E Davigo fa paura", è insorto Renzi su Twitter. 

"Per Piercamillo Davigo la civiltà giuridica sancita dalla nostra Costituzione è carta straccia. Quanto ha detto ieri sera in tv il magistrato, 'L'errore italiano è stato quello di dire sempre: Aspettiamo le sentenze', fa tremare le vene dei polsi", è sulla stessa linea il capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.

"Davigo gioca a confondere: la flagranza di reato è una cosa, la presunzione di innocenza è un'altra. 'Attendere le sentenze' prima di esprimere un giudizio di colpevolezza non è un errore degli italiani ma è la - purtroppo troppo poco praticata - applicazione del principio costituzionale della presunzione d'innocenza di cui all'Art. 27 della Costituzione e, ancor prima, del principio del rispetto per la funzione giurisdizionale", tuona la presidente di Più Europa, Simona Viola, che aggiunge: "La negazione del principio della presunzione di innocenza è l'anticamera della 'giustizia del popolo' o della 'giustizia fai da te' ed è, a ben vedere, negazione del ruolo stesso dalla magistratura. Che Davigo la pensi così - come il nostro Guardasigilli - lo sapevamo, che sieda ancora al CSM fra i più alti rappresentanti dell'intera magistratura, è davvero inquietante", conclude Viola.