Giovedì 18 Aprile 2024

Dai trionfi Cgil all’esilio europeo: il Cinese fallisce il rientro in scena

Nel 2002 portò al Circo Massimo 3 milioni di persone di Veronica Passeri

Circo Massimo, marzo 2002

Circo Massimo, marzo 2002

ROMA, 12 gennaio 2015 - VOLEVA ripartire dalla Liguria, e dall’adottiva Genova ritagliarsi uno spazio politico che pareva aver perduto, segnando così l’ennesima curva – stavolta positiva – di una carriera politica costellata di grandi alti e numerosi bassi, una carriera che fino a qualche mese fa lui sentiva come finita nel binario morto di uno scranno all’Europarlamento. Voleva insomma il grande rilancio, la definitiva resurrezione. Voleva e non l’avrà, e le primarie Pd per la presidenza ligure che a tarda sera lo vedono sconfitto segnano invece probabilmente l’eclissi definitiva di un politico, Sergio Cofferati, definito da molti uno dei ‘misteri d’Italia’.

UNO che a un certo punto da segretario della Cgil (1994-2002) poteva diventare leader della sinistra e poi, puff, non si sa cosa sia successo e finì, due anni dopo, a fare il sindaco-sceriffo di Bologna. Per dirla con lo scrittore Erri De Luca, «a sinistra c’è un caso misterioso, l’affare Cofferati. Un incidente di percorso che rimane oscuro a noi italiani. Non si capisce cosa sia successo tranne il fatto che uno invece di diventare capo della sinistra di opposizione è diventato sindaco di Bologna».

C’entra sicuramente il fatto che Cofferati è sempre stato un riformista moderato, qualità che la politica italiana non ha mai apprezzato molto. Il mondo sindacale e imprenditoriale invece l’ha elogiato come «grande negoziatore». Comunque sia una data fa da spartiacque nella storia di Cofferati: è il 23 marzo 2002 quando il ‘Cinese’ porta al Circo Massimo a Roma tre milioni di persone contro l’abolizione dell’articolo 18 voluta da Berlusconi. Un consenso enorme che i cronisti politici narrano spaventò la sinistra di Massimo D’Alema e Fausto Bertinotti che a Cofferati offrì, pur di tenerlo lontano dalla piazza per cui era diventato un simbolo, il Comune di Bologna.

BATTAGLIA vinta nel 2004 contro quel Giorgio Guazzaloca che aveva strappato la città felsinea alla sinistra e che Cofferati riportò alla casa madre con il 56% dei voti. Una nuova occasione di visibilità nazionale, dunque. Ma anche qui le cose vanno diversamente. Cofferati sorprende di nuovo tutti diventando il sindaco paladino della legalità. Nonostante il motto secondo il quale «legalità e sicurezza sono valori di sinistra» la nomea di sindaco sceriffo gli fa perdere consensi e alle comunali del 2009 non si ricandida. Quindi nuovo cambio di scenario per il Cinese che nel 2009 diventa europarlamentare lontano dagli strepiti della politica. Poi quest’anno la battaglia di Genova. Lui ha sperato fino all’ultimo di farcela, poi la doccia fredda. E l’uomo che voleva diventare governatore della Liguria cercando l’ultima resurrezione a questo punto si avvia, forse definitivamente, verso il viale del tramonto.

di Veronica Passeri