Roma, 29 novembre 2021 - Berlusconi. Di Maio. Speranza. Calenda. Anche Letta. In un giorno solo parlano, di corsa al Colle, quasi tutti. Inizia Silvio Berlusconi. Ne parla dicendo che "saremo i primi a collaborare lealmente all’attività di questo governo, che deve rimanere in carica tutto il tempo necessario, fino al 2023, quando saremo usciti dall’emergenza". Il messaggio è: Draghi resti dov’è, c’è il Covid. Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, rinforza il concetto: "L’Italia non può permettersi di perdere Mario Draghi. Anche perché il 2022, al di là delle scelte che la politica farà sul Quirinale, è l’anno in cui si avvierà il dibattito sul nuovo Patto di stabilità" dice alla Festa de 'Il Foglio' a Firenze, aggiungendo un ‘paterno’ consiglio a Giuseppe Conte, che di lui diffida: "Io spero che la strategia si faccia tutti insieme e ascoltando i gruppi parlamentari. Sosterrò la linea della leadership, ma la leadership deve ascoltare i parlamentari". Il pericolo in agguato, cioè, sono i franchi tiratori. Enrico Letta, che chiede, da tempo, inascoltato, una ‘moratoria’, sul tema del Colle, la prende larga e, sempre alla Festa del Foglio, dice: "Lo so benissimo che il gioco del Quirinale appassiona tutti, ma se tutte le tossine del gioco del Colle vengono scatenate sull’attuale agenda politica, ci sono già argomenti delicati a cominciare della gestione della pandemia, il Pnrr e la legge di bilancio. Argomenti che hanno bisogno di unità. E poi non ho mai visto un presidente della Repubblica scelto due mesi prima dell’elezione, di solito la maturazione avviene a due settimane". Ha ragione lui, ma lascia una traccia, sul tappeto: "Credo sia giusto e utile per tutti che il presidente della Repubblica sia eletto da una larga maggioranza. Ora c’è una maggioranza assai larga e sarebbe contraddittorio se la maggioranza che elegge ...
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