Cuperlo: "Voglio salvare il Pd. Per essere di sinistra servono fatti, non parole"

Alle primarie del partito sfida Bonaccini, Schlein e De Micheli. L’ex segretario Fgci: "Dare vita ai dem fu una scelta di coraggio Dobbiamo fare di tutto per tenere insieme le diverse anime"

Gianni Cuperlo, 61 anni, con la presidente del Pd Valentina Cuppi, 39 anni

Gianni Cuperlo, 61 anni, con la presidente del Pd Valentina Cuppi, 39 anni

Roma, 30 dicembre 2022 - Gianni Cuperlo (classe 1961, triestino) è l’ultimo arrivato nella corsa per diventare segretario del Pd, ma solo in ordine temporale. Ultimo segretario della Fgci e il primo della Sinistra giovanile, un lungo cursus honorum nel Pds-Ds quando era dalemiano, attento conoscitore dei meccanismi della comunicazione, più volte deputato, già candidato alle primarie nel 2013 (perse contro Matteo Renzi), presidente del partito per un breve tratto, fondatore di una corrente di testimonianza e non certo di tessere (Sinistra dem), non ha mai coltivato scissioni, ma ponti. Intellettuale a tutto tondo, ora ci riprova.

Cuperlo, chi glielo fa fare? Arriva da quarto incomodo e senza l’appoggio di correnti o big...

"La politica deve somigliare di più alla vita, prendendosi i rischi, ed essendo se stessa a prescindere dal dover arrivare primi. Forse sono i più giovani quelli più attenti alla passione, alle coerenze, a emozioni che da tempo non sappiamo più esprimere. Quanto agli appoggi, credo che la sinistra venga prima di noi e ci supererà nel dopo. Non la si può rinchiudere in un circolo ristretto, figuriamoci in una somma di correnti stanche".

A quali posizioni vuole dare voce e che campagna farà?

"Penso che il Pd sia stato l’atto più coraggioso che la sinistra, il cattolicesimo democratico, l’ambientalismo, il pensiero femminista e la cultura dei diritti abbiano proposto nell’ultimo mezzo secolo. Se una sola di quelle tradizioni dovesse pensare che la scommessa è fallita il Pd non esisterebbe più. Io voglio fare quanto posso per evitarlo. Per questo non mi convince una conta sui nomi senza una discussione su cosa vogliamo essere e rappresentare".

Il Pd deve diventare un partito riformista, laburista, progressista o cos’altro ancora?

"Il centrosinistra deve recuperare dei termini a lungo associati alla destra. La sicurezza che non è repressione dei fragili, ma accoglienza, protezione sociale, accesso alla cittadinanza. Ma credo che un nuovo centrosinistra debba anche riscoprire il valore di un ordine della società che non è in conflitto col principio di libertà. Senza un ordine di senso, collettivo e organizzato, la stessa libertà del singolo perde la sua dimensione sociale e si allontana dallo spirito della Costituzione. A quel punto le disuguaglianze si accentuano perché in assenza di un ordine riconosciuto a vincere sono sempre i più forti. Forse è tempo di ragionare anche su questo". Capitolo alleanze. Terzo Polo o M5s? Entrambi è impossibi le.

"Mi pare che Terzo Polo e 5Stelle pensano di cavalcare le difficoltà del Pd anziché unire le opposizioni nel contrasto a una destra che penalizza i poveri, premia gli evasori, taglia risorse a scuola e sanità pubbliche. È uno sguardo molto corto perché l’avversario non siamo noi, a partire dalle regionali in Lazio e Lombardia, dove questa volta Majorino può vincere". Forma partito e classe dirigente. Meglio rottamare, come sembra chiedere Franceschini, o rinnovare, e come?

"Il termine rottamare non mi è mai appartenuto, invece cambiare si deve a cominciare dalla lunga stagione di trasformismi che abbiamo alle spalle. Io spero in un confronto di verità, magari aspro, ma sincero su come rialzarci e ridare speranza ai tanti che l’hanno persa".

Manifesto dei valori e comitato costituente. Un pasticcio o un’opportunità sprecata?

"I valori non si cambiano ogni dieci anni e sono gli stessi raccontati in quel manifesto. Il problema è che non sempre abbiamo avuto la volontà di applicarli e da lì sono derivate molte delle nostre sconfitte. La costituente è l’opportunità di allargare la partecipazione verso quanti potrebbero diventare protagonisti della stagione che dovrà fondare un’alternativa alla destra".

Qatargate e questione morale. Che fare?

"Quella è una ferita per migliaia di dirigenti, sindaci, amministratori, militanti. Ma ricostruire un partito che non sia rinchiuso nelle istituzioni è il primo anticorpo per prevenire degenerazioni come quella".

Bonaccini si dice più di sinistra di lei… Cosa apprezza o non apprezza degli altri candidati?

"Li apprezzo e li stimo tutti. Ma, alla fine, parafrasando Forrest Gump, "sinistra è chi sinistra fa".