Martedì 16 Aprile 2024

Il Colle congela il Csm: "Ora nuove regole"

Mattarella convoca le elezioni suppletive. Bonafede: azione disciplinare

L'ex ministro Luca Lotti (Imagoeconomica)

L'ex ministro Luca Lotti (Imagoeconomica)

Roma, 14 giugno 2019 -  Il Colle muove, a tutela dell’istituzione Csm, e, nonostante le richieste di Forza Italia e Fratelli d’Italia di scogliere un Csm in piena bufera giudiziaria, il presidente della Repubblica – proprio perché convinto della necessità di una riforma di Palazzo dei Marescialli – indice per il 6 e 7 ottobre le elezioni suppletive per i magistrati dimissionari, che avverranno con le vecchie regole. La sostituzione dei dimissionari è il primo passo perché "si volti pagina", trapela dal Quirinale. L’obiettivo del Presidente Mattarella è quello di restituire alla magistratura indipendenza, prestigio e fiducia che le note vicende hanno "incrinato" tra i cittadini. Ma indire elezioni generali adesso riproporrebbe con ogni probabilità le stesse criticità che le indagini stanno portando a galla. 

"Lo scioglimento immediato del Csm – spiegano fonti del Quirinale – comporterebbe la rielezione dei suoi membri con i criteri attuali mentre diverse forze politiche auspicano un cambiamento e chiedono una riforma delle norme di elezione". Bisogna dare tempo al Parlamento di fare la riforma, ma al tempo stesso sostituire i dimissionari. Da qui, dopo settimane di contatti con i vertici di palazzo dei marescialli e con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, la scelta delle suppletive. 

La mossa di Mattarella arriva dopo una nuova giornata convulsa, con le dimissioni di un terzo consigliere, Antonio Lepre. E con la mossa del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha avviato l’azione disciplinare nei confronti dei cinque consiglieri del Csm Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Luigi Spina e Gianluigi Morini che incontrarono l’ex ministro Luca Lotti, rinviato a giudizio a Roma per Consip assieme al capo dell’Anm Luca Palamara e all’onorevole Pd (e magistrato) Cosimo Ferri

Una riunione che per il pg della Cassazione Riccardo Fuzio "è di cristallina evidenza" non fosse casuale, nella quale si parò di nomine "e che determinò l’oggettivo risultato che la volontà di un imputato (Lotti, ndr) abbia contribuito alla futura scelta del dirigente dell’ufficio di procura deputato a sostenere l’accusa nei suoi confronti". "Condividendo appieno il provvedimento del pg della cassazione – ha scritto Bonafede – ho avanzato ulteriori contestazioni".  Dopo un lungo silenzio, Luca Lotti ha scritto su Facebook la sua verità. "Basta fango. In queste ore ho letto di tutto: rapporti tra magistratura e poltica, incontri segreti, cupole, verminai. Niente che abbia a che fare con la verità. In questi anni ho incontrato decine di magistrati. Se è reato incontrare un giudice non ho problemi a fare l’elenco di quelli che ho incontrato, in qualsiasi sede. Ma mai sono venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e delle leggi".

Il deputato parla di "un incontro che si è svolto in un dopocena: ho espresso liberamente le mie opinioni, parole in libertà, non minacce o costrizioni" sulle nomine. "E’ stato scritto – prosegue Lotti – che lì sarebbero stati decise le nomine di capi di alcune procure, ma la scelta spetta al Csm, che ha un plenum di 26 persone". Troppe per condizionarle, secondo il braccio destro di Renzi.

"Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no". E Lotti si duole anche, e parecchio, "delle intercettazioni senza rilievo penale finite ai giornali". Tra le molte, quella in cui Lotti, nella riunione con i cinque magistrati, dice del vicepresidente del Csm David Ermini: "Qualche messaggio gli va dato forte".