Crisi di governo, Salvini-Cav tagliano la strada al Pd

Il "centrodestra di governo" dice "no" a un governo con i 5S. E mette i dem con la spalle al muro. Tutto sta adesso capire che cosa farà Draghi

Mario Draghi (Ansa)

Mario Draghi (Ansa)

In politica quando sbagli mossa paghi pegno, e il pegno che il Pd è adesso chiamato a pagare si chiama un Draghi-bis senza i Cinquestelle. Almeno questa è l’intenzione della coppia Salvini-Berlusconi, e così si spiega l’affondo di oggi operato dal "centrodestra di governo" che si dice indisponibile a partecipare a un altro governo che preveda la presenza dei grillini. D’altra parte il Partito democratico ha più paura delle elezioni di quanto ne abbiano Salvini e Berlusconi, e quindi non può permettersi di far saltare il banco, e nemmeno di rischiarlo. E’ evidente che un nuovo governo senza i Cinquestelle sarebbe più spostato a destra, condannerebbe i dem all’ingrato ruolo di portatori d’acqua, ma Enrico Letta ha disperato bisogno di non andare a votare adesso. Al segretario Pd servono cinque o sei mesi per riorganizzarsi dopo il fallimento del "Campo largo", e per capire con chi allearsi in vista del voto: i centristi di Calenda? I renziani? Tutti nodi che non si dipanano nel tempo di qualche giorno, come sarebbe se Mattarella la settimana prossima sciogliesse le camere e desse il via alla campagna elettorale.  La mossa  odierna di Salvini e Berlusconi, che vedremo se sortirà un effetto, parte poi da un assunto e scommette su un altro. Il punto fermo è che i Cinquestelle comunque vogliano uscire, e usciranno, e che quindi è bene già da adesso dire che si vuol fare a meno di loro. La scommessa è sul fatto che Mario Draghi alla fine cederà alle pressioni di varia natura, specie internazionali, che gli stanno arrivando addosso. L’Unione europea (vedi l’intervista del commissario Paolo Gentiloni), i partners occidentali, la Santa sede, i vescovi italiani, altri mondi che lanciano o lanceranno di qui a mercoledì segnali ben chiari all’insegna della stabilità, e quindi di un altro Draghi. E’ probabile che ambedue gli spunti abbiano un riscontro effettivo, ma è ancora presto per fare i conti. Di qui a mercoledì il cammino è lungo, e gli scenari possono variare ancora.

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