Guerre e armistizi, mesi di governo sull'ottovolante

Esecutivo gialloverde fallito per l'incompatibilità fra populismo di destra e di sinistra

Salvini e Di Maio (ImagoE)

Salvini e Di Maio (ImagoE)

Roma, 9 agosto 2019 - Li ha uniti il nuovo linguaggio della politica 2.0, l’alfabeto dei social, l’esigenza di uno scrollone generazionale, la medesima voglia di entrare nella stanza dei bottoni e segnare un’epoca, lo stesso rapporto verticale e non mediato tra leader e popolo. Il lessico populista. Tutto questo li ha uniti ma alla fine non è bastato, perché erano un populismo di destra e uno di sinistra. E hai voglia di affermare che destra e sinistra non esistono più, quelle sono cose che si dicono sempre nei momenti di passaggio. Un anno di governo gialloverde ha invece mostrato che destra e sinistra ci sono eccome, perché identificano blocchi sociali, riferimenti valoriali, prospettive economiche opposte. E quando tutto è stato chiaro, tutto è naufragato

L'EDITORIALE Le due pance incompatibili - di Michele Brambilla

Così il sogno dell’internazionale populista vagheggiato otto mesi da Steve Bannon che aveva additato l’esperimento italiano come "un esempio da dare al mondo" è rientrato nei libri di scuola nel capitolo fallimenti. E al di là della soverchiante personalità salviniana, dell’impreparazione grillina, delle gaffes, dei Toninelli, dell’incompatibilità del programma cinquestelle con la realtà, dei rapporti elettorali che in un anno si sono ribaltati, il governo gialloverde fallisce per un coerente contrasto politico tra due visioni della società. Non è che i due protagonisti non ne fossero coscienti, e le due squadre passarono molti giorni intorno a un tavolo per siglare quel "contratto" che fu una novità nella storia dei governi repubblicani. Va peraltro riconosciuto che per un po’ l’intesa ha funzionato, contando anche su un rapporto personale tra i due leader che ha da subito rispecchiato il celebre murales apparso a Roma, con Salvini e Di Maio intenti a scambiarsi reciproche effusioni. Qualche litigio ogni tanto ma, per dire, niente che ricordasse quelli che tutti giorni si sentono uscire dalla sede del Nazereno. 

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Cirino Pomicino: "Una volta le crisi erano una cosa seria"   Lega e Cinquestelle per diversi mesi hanno vissuto una sorta di coabitazione funzionale, in cui ognuno annaffiava la propria parte di orticello senza disturbare troppo quello del vicino. Salvini a darci dentro contro gli immigrati, la legittima difesa e i temi securitari, e i Cinquestelle a ingoiare rospi. Era l’estate scorsa, le prime navi respinte, il caso Diciotti. Gli stessi rospi che la Lega trangugiò quando Di Maio portò a casa il decreto dignità (luglio 2018), di stampo dirigista e assistenzialista, qualcuno disse "comunista", che fece sobbalzare sulla seggiola molti industriali del nord, la tipica base leghista. Un po’ a me e un po’ a te, sempre con gli occhi sui sondaggi dell’alleato-concorrente, che comunque già dai primi mesi registrarono un balzo leghista e una progressiva erosione grillina. Poi fu la volta della battaglia comune contro le regole di Bruxelles, per finanziare anche qui ognuno la propria parte di campagna elettorale, quota 100 e reddito di cittadinanza e varare la "manovra del popolo".    Anche qui: assistenzialista la parte grillina, di segno opposto la leghista. Fu in quel momento che i toni iniziarono a divergere, anche perché le elezioni europee si avvicinavano e occorreva smarcarsi l’uno dall’altro. Più sovranista Salvini, meno euroscettico Di Maio, con il primo sempre più sicuro per i sondaggi in crescita e le continue elezioni regionali che lo davano ovunque vittorioso, il secondo in affanno, tallonato anche da una fronda interna e da una serie di sconfitte elettorali locali. Ed è da questo momento, con la campagna per le europee, che ognuno imbocca la propria strada, dalle autonomie alla riforma fiscale, ai vari decreti sicurezza. Calcando le proprie caratteristiche identitarie.  Infine il tonfo, inevitabile. Lo ha riconosciuto qualche giorno fa lo stesso Steve Bannon: "È stato un nobile esperimento, ma non tutti i matrimoni funzionano". Amen.