Roma, 4 giugno 2025 - Domenica 8 e lunedì 9 giugno gli italiani saranno chiamati alle urne per il voto su cinque questiti referendari sulle tematiche del lavoro e della cittadinanza. Sarà il venticinquesimo appuntamento elettorale nazionale con un referendum, contando quello sulla forma di governo del 2 giugno 1946, i costituzionali e gli abrogativi.
I cinque quesiti dell'8 e del 9 giugno faranno parte proprio di quest'ultima categoria. Ma cos'è esattamente un referendum abrogativo?
Sommario
Cosa dice la costituzione
Il referendum è una delle poche forme di democrazia diretta previste dall'ordinamento italiano. Per quanto riguarda quello abrogativo, la costituzione specifica: "È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge". Quindi, quando si vota sì in un referendum abrogativo, si vota a favore dell'eliminazione di una determinata norma, favorendo la creazione di una nuova su tale tematica.
Quest'ultimo passaggio ha creato qualche confusione in passato. Ad esempio, nel 1974 si tenne un referendum sul tema del divorzio: votare sì significava volerlo abolire, votare no significava volerlo mantenere.
Chi lo decide
Un referendum abrogativo viene organizzato quando a chiederlo sono cinque consigli regionali o 500mila elettori che hanno partecipato alla raccolta firme. È proprio questo il caso dei cinque quesiti dell'8 e del 9 giugno: a mobilitarsi per i referendum sul lavoro è stata principalmente la Cgil; la raccolta firme per chiedere l'abrogazione dell'attuale legge sulla cittadinanza è stata invece animata da +Europa, Rifondazione comunista, Partito socialista italiano, Possibile e Radicali italiani, a cui si sono aggiunti numerose organizzazioni e vari comitati, come il Coordinamento nazionale nuove generazioni italiane.
Una volta presentate le firme (o i via libera dei dei cinque consigli regionali), spetta alla Corte costituzionale valutare se i quesiti referendari siano ammissibili o meno. In caso positivo, sarà compito del governo fissare una data per l'appuntamento elettorale.
I referendum 'illegali'
Ma in quale caso un quesito è inammissibile? A far luce è nuovamente la costituzione: "Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali".
Facciamo qualche esempio. Nel caso un comitato si attivasse per chiedere l'abrogazione delle leggi che obbligano i cittadini italiani a pagare le tasse, si tratterebbe di una battaglia già persa in partenza. Stessa cosa accadrebbe se 500mila cittadini firmassero a favore dell'uscita dell'Italia dall'Unione Europea: l'appartenenza del nostro Paese alla Ue è legata a un trattato internazionale, modificabile solo per iniziativa del governo.

Il quorum
A differenza dei referendum costituzionali, per i quali non è richiesta alcuna soglia di affluenza, affinché un aborgativo sia valido e vincolante è necessario che si rechi alle urne il 50% degli aventi diritto più uno.
Cosa succede se non si raggiunge il quorum? Tutto rimane come è attualmente, indipendentemente dal risultato del voto. Ad esempio, se l'affluenza si attestasse al 49%, con una schiacchiante vittoria del sì, la legge oggetto della proposta di abrogazione non verrebbe comunque eliminata.
Gli ultimi due referendum abrogativi sono stati ben lontani dal raggiungimento del quorum: 31,1% di affluenza nel 2016 (tema trivelle) e 20,4% (giustizia).
I quesiti dell'8-9 giugno
Come già detto, tra qualche giorno i cittadini potranno recarsi alle urne per esprimersi su cinque quesiti, quattro a tema lavoro e uno sulla cittadinanza:
- scheda verde: chiede di abolire la norma che vieta il reintegro dei lavoratori licenziati ingiustamente assunti dopo il 7 marzo 2015, prevedendo solo un indennizzo tra i 6 e i 36 mesi di stipendio;
- scheda arancione: propone di eliminare il limite massimo di 6 mesi di stipendio di risarcimento per i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese;
- scheda grigia: vuole eliminare la possibilità di usare contratti a termine fino a 12 mesi senza una ragione specifica che spieghi il perché del lavoro temporaneo;
- scheda rosa: propone di abolire la norma che rende solidalmente responsabili committente, appaltatore e subappaltatori per infortuni o malattie sul lavoro dei dipendenti non coperti da Inail o Ipsema;
- scheda gialla: desidera eliminare la differenza tra cittadini Ue ed extracomunitari nelle tempistiche per richiedere la cittadinanza (nel primo caso sono richiesti 5 anni, nel secondo 10; qualora vincesse il sì sarebbero 5 anni per tutti).
È possibile, su richiesta al seggio, votare anche solo per alcune (o una sola) delle schede, non esprimendosi (e non partecipando al quorum) per le restanti.