Coronavirus, Lega: "Sospendere Schengen". Conte: "Ora non ce n'è bisogno"

Salvini: "Se Conte non sa difenderci, si dimetta". Pd: "Sciacallo". Renzi: "Sostenere governo"

Matteo Salvini (Dire)

Matteo Salvini (Dire)

Roma, 21 febbraio 2020 - L'emergenza coronavirus diventa terreno fertile per lo scontro politico tra governo e opposizione. In prima linea il leader della Lega, Matteo Salvini, che non fa sconti al premier Giuseppe Conte dopo le notizie di oggi sui contagiati dal Covid-19 in Lombardia e in Veneto. "Se qualcuno non ha fatto o non farà tutto il suo dovere per proteggere il popolo italiano ne risponderà davanti al popolo - dice il numero uno del Carroccio in diretta su Facebook -. Se Conte non è in grado di difendere l'Italia e gli italiani si faccia da parte", affonda. In serata, il deputato della Lega e Presidente del Comitato Bicamerale Schengen, Eugenio Zoffili, chiede di valutare la "sospensione temporanea dell'accordo di Schengen per mettere in campo controlli sanitari adeguati ai valichi di terra e nelle stazioni". Per il Carroccio la misura è "sempre più urgente",  Zoffili auspica "che Conte e le altre forze politiche vorranno affrontare la questione senza escludere nessuna opzione".

Proposta rispedita al mittente dal premier Conte in persona. "In questo momento non riteniamo necessario la sospensione del trattato di Schengen - dice il presidente del Consiglio al  termine del Consiglio Ue a Bruxelles -. Ma siamo disponibili ad adottare qualsiasi misura per tutelare la salute dei cittadini", aggiunge. "Dobbiamo restare flessibili per mantenere la soglia di massima precauzione", conclude. 

Salvini

L'ex ministro dell'Interno alza la voce: "I contagi aumentano, pare che i soggetti abbiano girato 15 giorni: pretendo dal governo il controllo di chi è entrato e uscito". Stamattina aveva detto: "Non vorrei polemiche, ma evidentemente qualcosa nei controlli non funziona". Per Salvini "ora bisogna blindare i nostri confini. Tutto passa in seconda fila, i litigi perenni tra Conte, Renzi e M5s. Ora basta, è un momento di emergenza nazionale, basta politica. L'avevamo detto, chiedendo controlli e ci chiamavano sciacalli e fascioleghisti". Il leader della Lega - che ha partecipato alla conferenza stampa dei vertici di Regione Lombardia sul virus cinese - dice "no alla quarantena volontaria. Da papà pretendo di sapere chi entra e chi esce dal mio Paese, legalmente o illegalmente, col barchino o il barcone. Non è il momento far far finta di niente".  Perché "meglio un controllo in più che un controllo in meno". In precedenza Salvini ha annunciato un esposto contro il governatore della Toscana, Enrico Rossi. "Non facendo tutti i controlli necessari su chi rientra dalla Cina, mette a rischio la salute dei cittadini toscani, e accusa chi lo critica, scienziati e medici compresi, di essere un 'fascioleghista'".

Dura e immediata la risposta del Pd. "Siamo di fronte all'ennesimo vergognoso sciacallaggio, di cui non si sentiva alcun bisogno", dice il deputato dem Ubaldo Pagano.

Meloni

Toni più cauti li usa la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Per l'emergenza mondiale coronavirus serve serietà, buonsenso e fermezza - scrive su Twitter -. Chi arriva dalla Cina o da eventuali zone reputate ad alto rischio deve essere tenuto in quarantena, per il bene di tutti. Non si perda altro tempo". 

Renzi

Nel ricordare la "drammatica vicenda" di Codogno, Matteo Renzi sottolinea, "da osservatore" come il professor Roberto Burioni non abbia "sbagliato un colpo, dando sempre le giuste indicazioni, anche quando veniva attaccato".  Per il leader di Italia Viva "la serietà di quelli come Burioni fa sperare in un futuro di cultura e ricerca e non di populismo e ignoranza".

"Tutti di fronte alla situazione di emergenza che stiamo vivendo devono sostenere l'azione del governo", aggiunge Renzi.