Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus, sospese le tasse. Ma non per tutti. "Le grandi aziende tagliate fuori"

Lo Stato non consente il rinvio di Iva e contributi a chi fattura più di cinquanta milioni di euro

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (Ansa)

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (Ansa)

Milano, 9 aprile 2020 - Due pesi e due misure. Tra gli articoli del Decreto liquidità per sostenere e salvare le imprese nell’emergenza Coronavirus, c’è una parte che riguarda la sospensione del versamento di imposte e contributi. "Un appuntamento che incide sui conti delle aziende in una fase - ricorda Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione - dove tutte, sia che siano state chiuse sia che (considerate essenziali come la grande distribuzione alimentare, la farmaceutica, i trasporti, la stampa e l’editoria, una parte della meccanica) siano rimaste aperte, hanno subito significativi cali di fatturato a fronte di costi fissi se non aumentati per l’adozione di misure preventive e l’organizzazione dello smart working".

Nelle bozze del decreto, in attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il testo rispetto alle scadenze fiscali e contributive (la prima il 16 aprile), prevede una significativa (e non del tutto comprensibile) distinzione fra le imprese che hanno ricavi fino a 50 milioni di euro (sulla base del periodo d’imposta 2019) e quelle con fatturati superiori.

Alle prime viene consentita la sospensione dei versamenti (ritenute alla fonte, addizionali regionali e comunali, contributi previdenziali e assistenziali) di aprile e maggio rinviando i pagamenti al 30 giugno senza sanzioni e interessi se i ricavi di marzo e aprile siano inferiori di almeno il 33% rispetto a quelli degli stessi mesi dello scorso anno. Per le seconde la soglia della perdita di fatturato viene alzata al 50%.

Una perdita di metà dei ricavi, ma anche superiore (si pensi al turismo) ha riguardato soprattutto le imprese costrette a chiudere. "O - spiega sempre Gradara - la grande distribuzione non alimentare, dove sensibili riduzioni di fatturato (anche oltre il 50%) hanno interessato anche chi è rimasto aperto come alcune catene del bricolage, della profumeria e dei prodotti per la casa". Ma anche un calo del 25% dei ricavi, avverte il presidente di Federdistribuzione, ha un effetto estremamente negativo sui conti di un’impresa e quindi occorrerebbe maggiore flessibilità sui parametri per la sospensione di contributi e tasse, estendendola anche a quelle locali.

"Le aziende - aggiunge Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica - andrebbero aiutate tutte allo stesso modo. Così non si fa che ricadere nell’errore di evitare in Italia la crescita dimensionale delle imprese. E ci si dimentica che gli interventi devono tenere conto delle filiere dove le imprese maggiori sono da traino anche per quelle medie e piccole".

"Questa distinzione sui ricavi, sottolinea Mauro Lusetti, presidente di Alleanza cooperative italiane – che concorda con Gradara e Dal Poz nel segnalare il timore che i tempi di erogazioni della liquidità non siano brevi, ostacolati dalla burocrazia - è un po’ come ’la media del pollo’. Mettere limiti non ha molto senso, semmai la sospensione andrebbe prorogata dopo il 30 giugno perché il rischio è che le imprese siano costrette a utilizzare i finanziamenti da emergenza per pagare le tasse".

FOCUS Il link per il download della app AutoCert19 per chi possiede un dispositivo mobile Apple: https://onelink.to/autocert19