Copyright è legge Ue, l'Italia vota contro

Via libera definitivo alla contrastata normativa sul diritto d'autore. Esclusi le libere enciclopedie come Wikipedia e le piccole startup

Una bandiera dell'Unione europea (Ansa)

Una bandiera dell'Unione europea (Ansa)

Bruxelles, 15 aprile 2019 - Il Consiglio dei governi dell’Unione europea ha dato il definitivo via libera alla contrastata normativa sul copyright, che alcune settimane fa aveva ricevuto il placet anche dal parlamento di Strasburgo. A questo punto la normativa diventa una vera e propria direttiva, viene pubblicata nella Gazzetta ufficiale europea e trasmessa ai governi dei 28 paesi membri, che avranno due anni di tempo per recepirla se non vogliono andare in "infrazione". L’Italia ha votato contro, insieme a Lussemburgo, Svezia, Finlandia, Polonia e Olanda.

La direttiva sul copyright porterà un po’ di regole e certezze delle regole in un mercato, quello dell’editoria e dei contenitori di prodotti autoriali, che dopo la rivoluzione introdotta da internet era diventato preda della legge del più forte. Il più forte che in questo caso era rappresentato soprattutto dagli over the top, ossia i giganti di internet (Google, Facebook, Youtube, Amazon e gli altri big) che conseguivano grossi guadagni nel diffondere in rete contenuti (musica, film, libri, articoli di giornale) prodotti da altri. Guadagni peraltro ottenuti godendo di sistemi a fiscalità privilegiata garantiti da paesi simil-paradisi fiscali presenti anche nella stessa Unione europea (Irlanda, Olanda, Lussemburgo due dei quali sono guardacaso stati che hanno votato contro la normativa copyright), un bel modo per definire l’elusione e in certi casi anche l’evazione fiscale. Con la nuova disciplina europea chi vorrà riprodurre un contenuto a fine commerciale dovrà per forza di cose ottenere il permesso di chi ha prodotto quel contenuto stesso.

Sono esclusi dalla direttiva le enciclopedie libere e senza fini di lucro (un esempio per tutti: Wikipedia), le piccole startup, chi riproduce contenuti senza ottenere a propria volta un guadagno. Per il consumatore finale, ossia per tutti noi che consultiamo la rete, non cambierà sostanzialmente nulla: cambierà solo per gli over the top, che (quando la normativa sarà recepita) prima di mettere sul web pezzi di canzoni, di film o articoli di giornale dovranno accordarsi con editori ed autori, probabilmente contrattando una suddivisione degli utili. Per il consumatore-cittadino cambierà (in meglio) invece l’offerta che troverà sulla rete: gli over the top saranno in qualche modo responsabili dei contenuti che pubblicano, e così verranno indotti a esercitare un controllo editoriale che ridurrà il numero delle fake news e delle offese gratuite di cui il web è pieno. Positivo il commento di Carlo Perrone, presidente degli editori europei. "Ora che la riforma del copyright è stata adottata da tutte le istituzioni europee, facciamo appello agli stati membri perché la attuino rapidamente, perché non c’è tempo da perdere".