ArchiveCoprifuoco e scuola: ira Regioni sul decreto. "Metodo fuori dalla Costituzione"

Coprifuoco e scuola: ira Regioni sul decreto. "Metodo fuori dalla Costituzione"

Seduta straordinaria della Conferenza, chiesto incontro urgente a Draghi. Fedriga: "Cambiati accordi presi". Salvini attacca: "Già al lavoro su dl maggio"

Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia (ImagoE)

Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia (ImagoE)

Roma, 22 aprile 2021 - Tensione alta tra Regioni e governo sulla scelta di mantenere il coprifuoco alle 22. I governatori - riunitisi oggi per una Conferenza straordinaria  - chiedono a Draghi un incontro urgente prima della pubblicazione del decreto riaperture. "Per sottoporre" all'attenzione del premier "le proposte prioritarie", la linea delle Regioni. Che inviano una lettera durissima al presidente del Consiglio.

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La lettera a Draghi

"Le Regioni e le Province autonome prendono atto con amarezza delle decisioni emerse in Cdm in relazione al tema della percentuale minima per la didattica in presenza" per le scuole superiori, "in contrasto con le posizioni concordate in sede di incontro politico, alla presenza di cinque ministri, dei Presidenti di Regioni e Province autonome, Anci e Upi, nonché con le istruttorie condotte nell'ambito dei tavoli prefettizi", si legge nella missiva. "Un metodo che non ha privilegiato il raccordo tra le diverse competenze che la Costituzione riconosce ai diversi livelli di Governo", aggiungono le Regioni.

Gelmini: "Controllo su misure ogni 2 settimane"

Su coprifuoco e tutte le misure contenute nel prossimo decreto riaperture, in serata ha parlato il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini: "Stiamo andando verso le riaperture, e questa conquista non è la vittoria di Salvini, di Forza Italia o del centrodestra: è la vittoria degli italiani. Il coprifuoco non durerà fino al 31 luglio, e non vediamo l'ora di abolirlo - ha detto durante la registrazione di Porta a Porta -. Ogni due settimane verrà fatto un check a tutte le misure previste dal decreto: il primo sarà a metà maggio".

Lo scontro

Ieri gli enti locali erano andati in pressing per ottenere che venisse posticipato di un'ora già dal 26 aprile, ma l'esecutivo non ha concesso deroghe neanche dopo la minaccia di Matteo Salvini che la Lega non avrebbe votato il nuovo decreto legge (in Cdm infatti il Carroccio si è astenuto). E se Mario Draghi avrebbe espresso stupore per questa scelta ("Le decisioni le abbiamo prese insieme, in cabina di regia. Francamente fatico a comprendere", avrebbe detto il premier), i toni dello scontro non si sono abbassati coinvolgendo anche la scuola la cui presenza minima di studenti (anche alle superiori) è stata portata dal 60% al 70%.

Il calendario delle riaperture dal 26 aprile a luglio

"L'aver cambiato in Cdm un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni e con le provincie è un precedente molto grave" che ha "incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni", dice il governatore friulano Massimiliano Fedriga.

E anche Salvini attacca. "Il governo ha disatteso l'accordo con gli enti locali", insiste il leader della Lega replicando alle critiche del centrosinistra dopo l'astensione in Cdm. "Non lasceremo il timone in mano a quelli che hanno fatto affondare la nave. Quella di ieri è stata una scelta di lealtà e nessuno di noi è imbarazzato". E ancora a SkyTg24: "Ieri ho sentito Draghi sei volte. Lo risentirò in queste ore perché noi siamo già al lavoro sul prossimo decreto perché, entro la metà di maggio, ci deve essere un altro decreto con più riaperture".

E sul tema coprifuoco interviene anche Forza Italia con Antonio Tajani che "chiede che nel giro di una settimana, dieci giorni si verifichi la situazione della pandemia nel nostro paese e si possa spostare, se le condizioni lo permetteranno, il termine della chiusura dalle 22 alle 23".

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