Martedì 23 Aprile 2024

Conti pubblici, pressing Ue sull'Italia. Tria: "Presto porterò altri dati"

Ma ha solo una settimana di tempo. Intanto Salvini avverte: "Faccio la manovra se tagliamo le tasse". E Savona: "Indebitamento al 200% non contrasta con gli obiettivi"

Pierre Moscovici e Giovanni Tria (Ansa)

Pierre Moscovici e Giovanni Tria (Ansa)

Roma, 14 giugno 2019 - Mentre prosegue il pressing dell'Ue sui conti dell'Italia, il ministro  Giovanni Tria spiega che porterà altri dati alla Ue anche prima della fine di luglio: "Porto dati, non chiacchiere". Ma ha solo una settimana di tempo. 

Intanto il vicepremier leghista Matteo Salvini assicura: "La manovra economica ci sarà, il governo ci sarà se scommette sulla scelta di tagliare le tasse". E fa discutere il presidente della Consob ed ex ministro Paolo Savona, che sostiene: "Se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell'ordine del 200% del Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica". Intanto il premier Giuseppe Conte invoca una governance Ue "rivolta alla crescita".

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LA UE: RISPOSTE ENTRO POCHI GIORNI - Il ministro francese dell'Economia e Finanza, Bruno Le Maire, ha avvertito che il governo italiano ha "pochi giorni", chiarendo poi che il termine è l'inizio di luglio, ma a quanto si apprende, gli "elementi aggiuntivi" (perché quanto promesso dal ministro Tria non sarebbe sufficiente) sarebbero attesi dalla Commissione anche prima, entro una settimana, e dovrebbero comprendere anche misure come il congelamento delle spese, e misure e dato che dovrebbero riguardare non solo il 2019, ma anche il 2020.   La Commissione, evidentemente, vuole essere in grado di decidere già se emettere il proprio parere favorevole all'avvio della procedura contro l'Italia durante la sua riunione di mercoledì 26 giugno, a Bruxelles, o al più tardi in quella del 2 luglio a Strasburgo.  In questi modo, l'Esecutivo Ue potrà eventualmente presentare alle successive riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin dell'8 e 9 luglio, dopo aver ricevuto le osservazioni italiane, la proposta di avvio della procedura e le raccomandazioni sul percorso scadenzato di riduzione del deficit e del debito negli anni successivi.

SALVINI -  Al termine del consiglio federale della Lega, Matteo Salvini sembra agguerrito e sul futuro dell'esecutivo gialloverde dice: "Il governo ci sarà se scommette sull'impresa di tagliare le tasse. Se qualcuno dicesse 'facciamo la manovra economica e non tagliamo le tasse', non la farebbe con me la manovra".  E sui minibot cari al leghista Borghi: "Ne parleremo nel merito, il minibot è uno strumento. Tria in queste ore è impegnato in Lussemburgo e non lo disturbo, settimana prossima sicuramente gli chiediamo se ha idee più efficiente ed efficaci per pagare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti dei privati". E insiste: "Se ha un'idea più brillante la sottoponga, altrimenti - dice Salvini rivolgendosi - è uno strumento che è previsto sia nel contratto del governo che in un documento approvato all'unanimità dal Parlamento. Da ministro non devo dire se una cosa mi piace o no, se me la chiede il Parlamento la faccio". 

CONTE - All'Europa serve una "governance economica rivolta alla crescita, anche tramite maggiori investimenti pubblici: non possiamo limitarci a guardare all'obiettivo della stabilità attraverso l'austerità", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nelle dichiarazioni congiunte con gli altri leader dei Paesi del Sud Europa, al termine del vertice di Malta. Nella riunione di La Valletta, ha riferito il premier, "ci siamo trovati d'accordo anche sul pilastro sociale. Dobbiamo fare fronte comune anche in questo campo: c'è un duplice interesse che ci unisce: il riequiibrio tra riduzione e condivisione dei rischi, che sono aspetti non alternativi ma complementari".

SAVONA - "Se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell'ordine del 200% rispetto al Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica", ha affermato l'ex ministro e presidente della Consob, Paolo Savona, nella sua relazione al mercato, citando l''istruttivo' esempio del Giappone e spiegando che non esiste "una risposta univoca su quale sia il legame ottimale tra debito pubblico e Pil, soprattutto se il rapporto è valutato in modo indipendente dallo stato della fiducia". Questo, aggiunge Savona, "non significa che non esista un limite all'indebitamento ma, come insegna un elementare criterio di razionalità economica, per garantirne la sostenibilità il suo saggio di incremento deve restare mediamente al di sotto del saggio di crescita del Pil".