Russiagate, Conte: "Mai parlato con Barr. Salvini cosa ci faceva con Savoini e 007 russi?"

Il premier dopo aver riferito al Copasir assicura che l'intelligence è estranea al caso. E sottolinea: "Se potessi tornare indietro farei lo stesso". Quanto a Trump, "non mi ha mai parlato di questa inchiesta"

Giuseppe Conte con il presidente del Copasir Raffaele Volpi (Ansa)

Giuseppe Conte con il presidente del Copasir Raffaele Volpi (Ansa)

Roma, 23 ottobre 2019 - Una conferenza stampa difficile, per Giuseppe Conte, quella sul caso Russiagate. Il premier, dopo aver riferito al Copasir sulla vicenda Barr, si presenta ai giornalisti con toni piuttosto tesi, e mette i puntini sulle "i". Per dire sostanzialmente che la nostra Intelligence è estranea al Russiagate e che, se potesse tornare indietro, farebbe lo stesso. Quanto ai suoi rapporti con William Barr, responsabile dell'Fbi, è categorico: "Non ho mai parlato con Barr, neanche al telefono".

E non rinuncia ad attaccare il (suo) ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: cosa ci facevalo lui e Savoini con gli 007 russi?

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Nella conferenza stampa comincia dalle date: "È stato detto che la richiesta americana di uno scambio di informazioni è stata fatta in agosto durante la crisi di governo. Falso, la richiesta risale a giugno", puntualizza il premier. E ancora: "È completamente falso che il tweet del presidente Trump sia collegato al caso Barr - assicura - Trump non mi ha mai parlato di quest'inchiesta". William Barr, spiega Conte, "è anche responsabile dell'attività dell'Fbi che si occupa di intelligence americana e controspionaggio e agisce anche all'estero". Dunque la "richiesta" di informazioni all'Italia avveniva "al fine di verificare l'operato degli agenti americani. Cioè il quesito era di verificare l'operato dell'intelligence americana". Una richiesta che "Barr ha fatto pervenire attraverso canali ordinari diplomatici". 

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E una cosa il premier vuole chiarire: che la richiesta di informazioni da parte degli Usa "è avvenuta sul presupposto di non voler mai mettere in discussione l'operato delle autorità italiane".  Nell'incontro del 27 settembre, continua Conte, "è stato chiarito che alla luce delle verifiche fatte la nostra intelligence è estranea a questa vicenda (il Russiagate, ndr), abbiamo rassicurato gli Usa di questa estraneità". 

Poi Conte affronta il punto: "Tra le varie illazioni e opinioni legittime è stato ipotizzato che avrei dovuto informare singoli ministri o leader politici della interlocuzione" con gli Usa. "Avverto una grande responsabilità, che qualcuno rappresenta come un potere, sull'intelligence. Cerco di interpretare questo compito nel rispetto della legge: la responsabilità della sicurezza il premier non la può dividere con ministri o leader, se l'avessi condivisa con persone non legittimate avrei violato la legge".

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E sottolinea ancora: "Se tornassi indietro non farei e non potrei fare diversamente, perché questa indagine preliminare che conduce un nostro alleato e che Barr, responsabile del controspionaggio e dell'Fbi, sta portando avanti, in cui c'è una tipica attività di intelligence. Se ci fossimo rifiutati di sederci a un tavolo io dico che allora avremmo recato sì un danno alla nostra intelligence, oltre a produrre una grave slealtà nei confronti di un alleato storico". 

"Le mie dichiarazioni al Copasir sul caso Barr come su qualsiasi altro tema sono coperte dal segreto quindi non riferisco delle cose dette ai componenti del Copasir ma è chiaro che ho il dovere anche di fronte ai cittadini di riferire alcuni elementi di questa vicenda anche perché ha suscitato un tale clamore mediatico che ne sono nate una messe consistente di ricostruzioni fantasiose che rischiano di gettare ombre anche sul nostro operato istituzionale e questo non possiamo permettercelo". 

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"Salvini non pontifichi e chiarisca sul caso Savoini

Poi il premier lancia una staffilata al suo ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: cosa ci faceva insieme a Savoini e agli 007 russi? "Siamo al di là di un'opinione o di una sensibilità istituzionale. Forse Matteo Salvini dovrebbe chiarire che ci faceva con Savoini, con le massime autorità russe, il ministro dell'Interno, il responsabile dell'intelligence russa. Dovrebbe chiarirlo a noi e agli elettori leghisti. Dovrebbe chiarire se idoneo o no a governare un Paese".  Dopo l'inchiesta di Report - prosegue Conte - "sono venuti fuori ulteriori elementi su questa vicenda. Non è mia abitudine attaccare gli avversari possibili, ma mi trovo sorpreso che Salvini pontifichi sulla questione Barr. La verità che Salvini mi ha chiesto l'ho riferita al Copasir. Io ho chiarito, mi sorprende come Matteo Salvini, che ha una grande responsabilità - perché era ministro dell'Interno e si è candidato a guidare il Paese chiedendo pieni poteri - come lui non avverta la responsabilità di fare altrettanto".

Il leader leghista: "Conte nervoso e disperato"

Giuseppe Conte "è fra il nervoso e il disperato perché è ormai in un angolino", replica Matteo Salvini dalla pllatea di a 'Zapping'. Conte "ha promesso mari e monti e poi si è rivelato per quello che è: un bluff", ha aggiunto il segretario leghista. "Saranno gli americani che si sono inventati cose strane. Ha fatto tutto di nascosto se va bene cosi'", ha poi continuato parlando dell'audizione del presidente del Consiglio al Copasir. "Quello che mi preoccupa di Conte è la manovra, non le sue parole al vento".

E fonti della Lega rincarano la dose: "Gli italiani vedono un Conte sempre più confuso, tira in ballo Mattarella, gli americani e i servizi segreti, ogni giorno insulta Salvini, ma intanto presenta una manovra economica fondata su tasse, tagli, burocrazia e manette. Più dell'onor poté la poltrona".