Crisi di governo, trattativa fallita. Mattarella convoca Draghi

Fico chiude il suo mandato esplorativo: "Restano le distanze, maggioranza non c'è". Appello del capo dello Stato a tutte le forze politiche: "Emergenza richiede governo con piene funzioni". Renzi: scontro su Arcuri, Bonafede e Azzolina. Ira dem e 5 Stelle: "Italia Viva voleva solo poltrone"

Roma, 2 febbraio 2021 - "Serve un governo di alto profilo", sono le parole del capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo l'incontro al Quirinale con Roberto Fico. Poi il suo portavoce, Giovanni Grasso, fa sapere che domani alle 12 è stato convocato il professore Mario Draghi al Colle. E' fallita dunque l'esplorazione del presidente della Camera, dopo l'ultimo tentativo di trattativa per dar vita a un governo Conte ter. Nella giornata, nel vertice di Matteo Renzi con Dario Franceschini, Vito Crimi e Roberto Speranza è stato scontro non solo sui temi ma anche sulla squadra, dal Mes al ruolo di Arcuri, e non si sono registrate le aperture attese. Fico, salito al Colle per riferire a Mattarella l'esito del suo mandato esplorativo, ha dichiarato: "Allo stato attuale permangono distanze" tali che "non ho registrato unanime disponibilità di dare vita a una maggioranza". Il capo dello Stato si è così rivolto alle forze politiche "per un governo di alto profilo per far fronte con tempestività alle gravi emergenze in corso".

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Le dichiarazioni di Mattarella

Il capo dello Stato ha spiegato i motivi dell'esclusione del voto anticipato: "Dal momento in cui si sciolgono le Camere devono passare 60 giorni, poi altri 20 giorni per insediare le nuove Camere, che poi devono formare i propri uffici di presidenza. Poi bisogna formare il governo, che deve ottenere la fiducia delle Camere e poi organizzare i propri uffici. Nel 2013 passarono 4 mesi, nel 2018 5 mesi. Si tratterebbe di tenere a lungo il Paese senza un governo in pienezza di funzioni". "Le elezioni - ha detto ancora Mattarella - rappresentano un esercizio di democrazia. Di fronte a questa ipotesi, ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze che, oggi, devono far riflettere sulla opportunità di questa soluzione. Ho il dovere di sottolineare, come il lungo periodo di campagna elettorale, e la conseguente riduzione dell'attività di governo, coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell'Italia". Allora il capo dello Stato ha rivolto "alle forze politiche un appello per un governo di alto profilo per far fronte con tempestività alle gravi emergenze in corso". Conto, ha concluso, di "conferire al più presto incarico per formare governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili". 

Sergio Mattarella e Roberto Fico (Ansa)

La trattativa fallita

"La barzelletta che non si chiude sul verbale è, appunto, una barzelletta. Qui lo scontro è altissimo sui contenuti: dal Mes alle infrastrutture, dalla giustizia alla Torino -Lione e ovviamente sui nomi". Così avrebbe scritto, secondo quanto riferiscono fonti, Matteo Renzi in chat con i parlamentari di Italia Viva. Ed è subito partito il rimpallo di responsabilità.  "Crimi - ha aggiunto il leader Iv - ha detto che non intendono cedere su nessuno a cominciare da Bonafede e Azzolina. Domenico Arcuri e Mimmo Parisi non si toccano. Possono sostituire la Catalfo solo se non ci va la Bellanova. E per vicepremier al momento è in ballo Fraccaro con Orlando".

"Renzi aveva fatto richieste sugli assetti di governo e poi è arrivata la rottura inspiegabile", hanno replicato fonti Pd, sottolineando come, "nonostante la disponibilità della maggioranza ad accogliere Iv nel governo, Renzi ha deciso di rompere. Iv non può pretendere di scegliere i ministri degli altri partiti". Una rottura, hanno rimarca i dem, "non con Conte ma con gli alleati". Duro l'attacco del vicesegretario Andrea Orlando: "Ho l'impressione che si volesse questa rottura e qualsiasi tipo di argomento sarà buona per motivarla. Dietro c'è un disegno politico".

Anche per il M5s "da parte di Matteo Renzi sul tavolo c'era solo la questione delle poltrone. Così facendo ha dimostrato chiaramente che questa era la vera ragione per la quale ha provocato la crisi - si legge in una nota -. Poltrone che ha chiesto, contrariamente a quanto sostenuto in questi giorni". "Il Movimento 5 Stelle - prosegue la nota -, contrariamente a quanto affermato da fonti renziane, non ha posto alcun veto. In queste ultime ore e nei giorni precedenti siamo stati concentrati sui temi e si bisogni degli italiani ma ci siamo trovati di fronte a un leader politico che voleva solo mercanteggiare e cercare pretesti per rompere".

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Niente intesa sul verbale finale

A metà pomeriggio si era conclusa la riunione del tavolo sul programma di governo, poi era iniziata la redazione di un verbale di sintesi dei due giorni di lavori. Ma senza intesa. Italia viva, che aveva chiesto un documento con cronoprogramma, aveva poi detto sì alla scelta di redigere un verbale di fine riunione ma aveva lamentato, alla lettura del testo, che non rispecchiasse le diverse posizioni che si erano registrate al tavolo su alcuni punti. La conferma era arrivata da Maria Elena Boschi: "Nessun verbale, restano le distanze". Ma il capogruppo Pd alla Camera, Graziano Delrio aveva replicato: "Rimangono ancora distanze, non solo con Iv ma anche sull'impostazione di alcuni punti, che ritengo colmabili da chi riceverà l'incarico".

Il tavolo a Montecitorio col presidente Fico (Ansa)

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I nodi che hanno preceduto la rottura

Tanti nodi, a partire dallo scontro fra Italia Viva e i 5 Stelle su Mes e reddito di cittadinanza. Mattarella aveva chiesto continuità per i ministeri cui fanno capo crisi sanitaria e Recovery. Gioco al rialzo dai renziani, che hanno insistito per un documento scritto a fine tavolo. Altra questione irrisolta il commissario straordinario Domenico Arcuri, fedelissimo del premier, che Italia Viva vorrebbe invece sostituire. Inoltre, il Movimento 5 stelle non ha ceduto sui nomi di Azzolina e Bonafede, anche se quest'ultimo potrebbe ricoprire un ruolo diverso da quello del ministro della Giustizia.

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Le prime dichiarazioni della giornata

La mattina si era aperta con alcune dichiarazioni importanti. Ivan Scalfarotto, l'ex sottosegretario di Italia Viva che si è dimesso: "Non sono così sicuro che sia certo un Conte ter". Da LeU, il capogruppo alla camera, Federico Fornaro aveva osservato: "Intesa oggi, o le elezioni sono alle porte". Sempre nel perimetro della maggioranza, il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, entrando a Montecitorio, aveva commentato: "Noi vogliamo fare nascere il Conte ter, ma su una base di programma che sia condivisa, e non che dal giorno dopo riprendiamo a litigare". Sul fronte dell'opposizione, invece, il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva escluso esecutivi di unità nazionale: "Se salta la trattativa è meglio il voto".

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