Mercoledì 24 Aprile 2024

Autonomia, Conte al contrattacco: "Basta insulti, serve rispetto"

Lettera del premier ai cittadini di Veneto e Lombardia dopo le parole dure dei governatori Zaia e Fontana: "Riforma per tutta l'Italia, non è bandiera da sventolare"

Il premier Giuseppe Conte (LaPresse)

Il premier Giuseppe Conte (LaPresse)

Roma, 21 luglio 2019 - Giuseppe Conte al contrattacco. Dopo le parole durissime dei governatori Luca Zaia e Attilio Fontana, decisamente insoddisfatti della bozza sull'autonomia regionale differenziata, il premier prende carta e penna (metaforicamente) e decide di scrivere direttamente ai cittadini di Veneto e Lombardia. Stamani sulle pagine del Corriere della Sera è comparsa una lettera del presidente del Consiglio con la replica alle dichiarazioni pubbliche dei governatori, che Conte si dice pronto ad incontrare anche prima di portare il testo finale in Consiglio dei ministri. Basta con gli insulti - è in sostanza l'appello di Conte - serve rispetto, ed è ingeneroso sostenere che il governo è poco attento alle richieste delle Regioni. L'autonomia non è una "bandiera regionale da sventolare"  ma una "riforma che farà bene all'Italia intera". 

"Ritengo doveroso - esordisce Conte - rivolgere, a voi direttamente, un chiarimento. Su molti giornali stanno montando le polemiche sul tema dell'autonomia differenziata, alimentate anche da dichiarazioni di esponenti delle forze di maggioranza, ma in particolare dalle prese di posizione dei governatori delle vostre Regioni". Il premier spiega quanto la riforma sia "molto complessa sul piano giuridico", perché "si tratta di trasferire interi blocchi di competenze, legislative e amministrative, dallo Stato alle Regioni che lo richiedono". Il lavoro realizzato "in un clima di condivisione, con tutti i ministri coinvolti, senza guardare alla distinzione di colori o appartenenze politiche", è al rush finale, continua Conte. Ma "le polemiche e le ultime dichiarazioni stanno compromettendo questi ultimi passaggi".

Il presidente assicura che "le vostre richieste stanno a cuore anche a noi. Come pure ci sta a cuore la sorte dei restanti 45 milioni di cittadini italiani" e ricorda poi che, al di là delle dinamiche governo-regioni, "l'ultima parola spetta al Parlamento". Reclama quindi per sé e per gli altri ministri rispetto. "Se il confronto civile terrà il luogo degli insulti più recenti, mi dichiaro sin d'ora disponibile a incontrare i vostri governatori". 

"Chiedo formalmente, fin da subito, di procedere alla convocazione di tutte le Regioni italiane", chiede il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Nelle ultime ore il pressig dei presidenti di Veneto e Lombardia sull'Autonomia ha toccato toni accesissimi. "Se non si fa, il governo non ha senso", incalza il veneto Zaia. "Conte è stato coinvolto in una cialtronata", è l'attacco del lombardo Fontana.Parole roventi che infiammano un clima già teso al'interno del governo dopo il caso ancora aperto dei presunti fondi russi alla Lega. Tacciono al momento i due vicepremier Di Maio e Salvini, in previsione di una settimana che, rimpasto o no, dovrà essere dedicata a ricuciture e regolamenti di conti. Pena la crisi di governo. In questi giorni è in agenda un incontro a tre che dovrà risolvere i nodi.