Conte batte cassa dagli ex grillini. "Di Maio ci restituisca 30mila euro"

Il leader 5 Stelle chiede il Tfr a deputati e senatori scissionisti. Fra loro l’ex ministro degli Esteri e la Azzolina In totale sono circa 1,8 milioni di euro. L’assegno viene versato quando i parlamentari finiscono il mandato

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Addirittura alle carte bollate. Fino a minacciare il ricorso all’Agenzia delle Entrate. Insomma, è di nuovo rissa in casa 5 stelle. Perchè i soldi, con la riduzione del numero dei parlamentari - voluto dalla legge firmata dagli stessi grillini, ma anche determinato dalla scoppola elettorale - sono diventati davvero pochi per i gruppi stellati nelle Camere, abituati a ben altre cifre e a ben altra possibilità di spesa. Ecco che allora, come succede quando le vacche sono magre, si cerca di recuperare il recuperabile. Giuseppe Conte leader grillino, stavolta nei panni dell’avvocato del suo stesso partito, è intenzionato a chiedere il Tfr a chi ha abbandonato la barca grillina. Come Luigi Di Maio, ma ovviamente non solo. E per farlo prevede anche "azioni di recupero". Quali, al momento, non è dato sapere, ma i modi sono molti e comunque "dolorosi" per i destinatari.

Le liti per i soldi, d’altra parte, sono sempre state la cifra dello scontro interno grillino. Al punto che, per sedare in futuro nuove possibilità di scontro interno, il capo politico del M5s sta preparando le nuove regole sul trattamento economico di parlamentari ed ex e tra le clausole allo studio ce n’è una dedicata agli "scissionisti".

Riguarda la posta più preziosa, per chi ha perso lo scranno in Parlamento: l’assegno di solidarietà, altrimenti detto trattamento di fine mandato. Insomma, il tfr. Circa 45mila euro che i parlamentari ricevono una volta usciti dal Palazzo (1,8 milioni è la cifra totale che otterrebbe il partito). Chi è rimasto fedele al Movimento dovrebbe restituire al partito, in base alle nuove regole sui rimborsi, il 20% del bonifico di Montecitorio o Palazzo Madama. I transfughi, invece, sono chiamati a versare la quota secondo le regole varate l’11 aprile del 2021. A conti fatti si parla di pagare 30mila euro, con i restanti 15mila che potranno essere trattenuti dal beneficiario del simil-Tfr parlamentare. La cifra potrebbe restare solo sulla carta, perché come si fa a obbligare chi ha lasciato a rispettare regole di un partito di cui non fa più parte?

Difficile dirlo, Conte sta valutando. Nel mirino, dunque, da Luigi Di Maio a Lucia Azzolina fino a Sergio Battelli, la lista di chi ha voltato le spalle ai 5Stelle è lunga e la somma totale fa un bel tesoretto. Che si andrà ad aggiungere ad un altro "cambio" di regole. Secondo quanto trapela, la quota che i parlamentari grillini versano al Movimento - 2.500 euro - è destinata a cambiare nella sua destinazione. Nella bozza la quota al partito passa da mille e duemila euro, le restituzioni ad associazioni no-profit o al microcredito delle imprese da 1.500 e 500 euro.