Conte a Cernobbio: "Non siamo una banda di scriteriati"

Il premier rassicura gli imprenditori riuniti al forum Ambrosetti: "No alle nazionalizzazioni". E sulla manovra: "Misure graduali"

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante al Forum di Cernobbio (Ansa)

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante al Forum di Cernobbio (Ansa)

Cernobbio, 8 settembre 2018 - Tocca al premier Giuseppe Conte rassicurare gli imprenditori, riuniti a Cernobbio. "Non siamo per le nazionalizzazioni, non siamo per le privatizzazioni, ma per una gestione efficiente delle risorse pubbliche", dice il presidente del Consiglio parlando del ponte Morandi. "Delle volte sarà necessario affidarsi ai privati ma attenzione, d'ora in poi, quando ci affideremo ai privati, consentiremo la remunerazione dell'investimento. Sappiamo cos'è il rischio di impresa e lo sconteremo, ma sappiamo anche cosa significa depredare le risorse pubbliche e non lo consentiremo più".

Conte è chiamato a tranquillizzare gli animi anche sulla legge di bilancio, stretta fra i paletti di Bruxelles e le riforme che, da una parte Lega dall'altra M5s, vogliono portare al traguardo (dalla flat tax, al reddito di cittadinanza).  "Stiamo varando la manovra con una prospettiva quinquennale, alcune misure saranno dosate con gradualità - assicura -. Muoviamo dalla diagnosi che tre sono i fondamentali problemi del paese: la povertà, che in Italia ha raggiunto livelli inaccettabile per un paese civile; la pressione fiscale, che è molto elevata e con una legislazione vecchia di 30-40 anni; infine la produttività, con il paese non cresce più da decenni". Conte torna anche sul caso Autostrade, prendendo tempo: "Ci confronteremo, esamineremo e poi decideremo con fermezza: decideremo di andare alla caducazione serenamente, se ci sono gli estremi". 

"Sono stato definito un irresponsabile, uno che fa scappare gli investitori che non verranno più in Italia". Ma, aggiunge, "ci saranno tutte le garanzie di legge, non siamo fuori dallo stato di diritto" rassicura. E con lui al governo  ci sono "tutte persone ragionevoli, non una banda di scriteriati". Del resto "le parole sono una cosa, i fatti un'altra". E "noi vorremmo essere giudicati dai fatti".

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Conte smentisce poi che esistano tensioni all'interno del Cdm: "Siamo molto coesi, leggo di discussioni sui giornali con i ministri, di fibrillazioni e discussioni varie, ma se poteste assistere alle riunioni del consiglio dei ministri vi annoiereste, non ci sono grandi discussioni, c'è un franco dialogo".

Attriti però ci sono eccome tra i due vicepremier, dopo le dichiarazioni di Salvini a commento dell'inchiesta sulla nave Diciotti che lo vede indagato per sequestro di persona aggravato. Con Di Maio che non nasconde la strigliata all'alleato ("ho detto a Matteo di non attaccare i pm") e il leghista che accetta di abbassare i toni. A fare da mediatore, ancora una volta il premier Conte, che nel pomeriggio avrebbe chiamato il ministro dell'Interno per rinsaldare l'asse giallo verde. 

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