Venerdì 19 Aprile 2024

Congresso delle famiglie, 5 Stelle smentiti dal contratto di governo

I grillini contro la Lega: "Le tesi di Verona non saranno mai azione di governo". Ma il patto fra i due partiti prevede già riforme controverse come quella sull'affido

Il senatore Simone Pillon della Lega (Ansa)

Il senatore Simone Pillon della Lega (Ansa)

Roma, 31 marzo 2019 - «Noi celebriamo  le idee e il futuro, a Verona si rivanga il passato». E ancora: le tesi del Congresso mondiale delle famiglie «non saranno mai azione di governo». Il sottosegretario grillino alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora traccia una netta linea di demarcazione tra Lega e 5 Stelle, sul terreno dei diritti civili. Una differenza che non potrebbe essere più chiara. Noi, dicono i pentastellati di lotta e di governo, non c’entriamo nulla con quelle tesi sulla famiglia tradizionale, sull’aborto e sulle donne. La parola ‘famiglia’, d’altra parte, compare solo una ventina di volte nel «contratto per il governo del cambiamento», la bussola per orientare le coordinate del compromesso tra Lega e M5s. Ma di diritti civili e affini, temi di cui Spadafora è paladino, neanche l’ombra. Anzi. Quel poco che c’è sul tema famiglia, a dirla tutta, smentisce la ‘narrazione’ a 5 Stelle. Pagina 24, alla voce ‘Diritto di famiglia’, il compromesso giallo-verde anticipa quasi interamente il discusso ddl Pillon sull’affido condiviso, di cui sono peraltro co-firmatari almeno quattro parlamentari grillini: «Nell’ambito di una rivisitazione dell’istituto dell’affidamento condiviso dei figli, l’interesse materiale e morale del figlio minorenne non può essere perseguito se non si realizza un autentico equilibrio tra entrambe le figure genitoriali, nel rapporto con la prole. Pertanto sarà necessario assicurare la permanenza del figlio con tempi paritari tra i genitori, rivalutando anche il mantenimento in forma diretta senza alcun automatismo circa la corresponsione di un assegno di sostentamento e valutando l’introduzione di norme volte al contrasto del grave fenomeno dell’alienazione parentale». Già qui, nel famigerato contratto, si parla di quella sindrome da ‘alienazione parentale’ teorizzata dal controverso medico Usa Richard Gardner e mai riconosciuta scientificamente né giuridicamente. E poche pagine dopo, le ‘Politiche per la famiglia e natalità’ parlano esplicitamente di «donne», «maternità», «madri». Insomma, i genitori, anche nel contratto di governo imprescindibile per la convivenza tra Lega e 5 Stelle, sono mamma e papà. Senza sfumature arcobaleno.