
Un seggio elettorale
Roma, 25 maggio 2025 – Non scaldano i cuori degli elettori le elezioni comunali il cui primo turno si concluderà oggi e che vedrà il ballottaggio coincidere con la tornata referendaria dell’8 e 9 giugno. Ieri l’affluenza è stata in calo di quasi 6 punti percentuali, al 43,89%, rispetto ai dati (sempre riferiti allo stesso orario) dell’ultima tornata elettorale, quando erano andati a votare il 49,52% degli aventi diritto. L’affluenza viene seguita con particolare attenzione dal comitato promotore dei referendum: “Penso che se si raggiungesse il quorum vinceranno i sì”, è la previsione del segretario della Cgil, Maurizio Landini, in prima fila a sostegno della campagna referendaria. Ma, intanto, ieri sono andati al voto 126 Comuni, 117 quelli delle Regioni a statuto ordinario di cui 31 sopra i 15mila abitanti e fra questi 4 capoluoghi: Genova, Ravenna, Taranto e Matera. A questi si aggiungo i 9 comuni (tutti commissariati) chiamati al voto in Sicilia. E non c’è solo il referendum come sbocco naturale di queste elezioni, la tornata amministrativa rappresenta anche una sorta di test per le coalizioni in vista delle elezioni regionali dell’autunno. Un esempio è la sfida per la conquista del Comune di Genova (nel 2022 si votò in una sola giornata). A contendersi la fascia di primo cittadino sono Silvia Salis, sostenuta dal cosiddetto campo progressista in formazione extralarge (Pd, M5s, Avs, Azione e Iv) e il vicesindaco uscente Piero Piciocchi, appoggiato dal centrodestra. Nelle altre grandi città chiamate alle urne la sfida per la poltrona di primo cittadino è molto più numerosa con le coalizioni tradizionali che in diversi casi corrono separatamente. È il caso di Taranto dove il campo largo si presenta diviso (Pd e Avs insieme a sostegno di Piero Bittetti) mentre il M5s corre da solo appoggiando Angela Angolano, l’unica donna in campo. Nella città pugliese però si presenta diviso anche il centrodestra: Forza Italia e FdI tifano per Luca Lazzaro mentre la Lega corre senza simbolo sostenendo il civico Francesco Tacente. Pd, Avs e M5s si dividono anche in Basilicata. A Matera il partito di Conte sostiene il sindaco uscente Domenico Bennardi mentre il sostegno di dem e Avs è per Vincenzo Santochirico. Il centrodestra invece si presenta unito per Antonio Nicoletti. Urne aperte anche a Ravenna, storica roccaforte rossa dove il centrodestra non si è mai affermato nella storia repubblicana. La città è chiamata al voto dopo l’elezione del sindaco, Michele de Pascale, a governatore dell’Emilia-Romagna. A contendersi la guida della città sono 7 sfidanti. Il campo progressista si presenta in formato extralarge per sostenere Alessandro Barattoni, segretario provinciale del Pd. Mentre il centrodestra si spacca. La Lega sostiene Alvaro Ancisi, ribattezzato il decano dei candidati sindaci: classe 1940, in consiglio comunale dal 1966. Forza Italia e meloniani invece appoggiano Nicola Grandi, ex consigliere comunale della lista civica Viva Ravenna. Nella città romagnola torna sulla scheda anche il simbolo della Dc, unico partito a sostenere la corsa di Giovanni Morgese. Spazio anche alla sinistra extraparlamentare: Rifondazione, Potere al popolo e Pci sostengono l’unica donna in campo, Marisa Iannucci.