
Garofoli, ex sottosegretario con Draghi, e il libro con Bernardo Mattarella "Governare le fragilità per restituire fiducia agli italiani. E farli tornare al voto".
"La macchina dello Stato ha solide componenti, nonostante gli acciacchi del tempo". Il punto per Roberto Garofoli è un altro: "Nell’architettura delle istituzioni manca spesso un sistema di raccordo". Soprattutto nella sicurezza nazionale. "Che, mi lasci dire, è il tema dei temi". Magistrato, componente tecnico in nove governi, da ultimo Sottosegretario con Draghi, oggi giudice del Consiglio di Stato, Garofoli ha pubblicato per Mondadori ’Governare le fragilità’ con Bernardo Giorgio Mattarella.
Garofoli il tema, pare di capire, è che le parti dello Stato non si parlano tra loro. È così?
"Nel libro dedichiamo una parte al tema dell’architettura istituzionale della sicurezza nazionale. Abbiamo chi si occupa della difesa dei confini, degli equilibri diplomatici, della protezione informatica. Mancano tuttavia una strategia nazionale unitaria e organismi deputati a darne attuazione, raccordando le diverse componenti del sistema".
Non è il ruolo del governo?
"Oggi le minacce alla sicurezza nazionale possono avere varie forme. Non basta difendere i confini nazionali, ci sono gli attacchi informatici, le fake news, i rischi connessi alle nostre dipendenze in campo energetico e minerario. La strategia di sicurezza nazionale dovrebbe comprendere tutto questo. E occorre valutare, oggi più che mai, che a occuparsene siano organismi ad hoc, che siano di nuova istituzione o evoluzioni di strutture esistenti".
Altrove come avviene?
"Negli Usa il National Security Council fu istituito nel 1947 proprio per raccordare dipartimenti intergovernativi e Casa Bianca. Inghilterra e Francia hanno strutture dedicate, il Giappone se n’è appena dotato".
E l’Europa? Cosa fa l’Europa?
"L’Ue va ancora per settori, per quanto ci siano stati recenti passi avanti. Si è dotata nel 2024 di un regolamento strategico sulla gestione delle materie prime che gli Stati stanno attuando. Oggi in atto c’è il dibattito sulla difesa comune. L’evoluzione sarà ampliare il campo, dotandosi di una strategia unitaria di sicurezza, con proiezioni di sicurezza nazionale nei singoli Stati".
Prima parlava di materie prime, tema oggi cruciale.
"L’Italia ha applicato il regolamento Ue con una prima mappatura del sottosuolo che era ferma al 1973. È emerso che anche da noi ci sono litio, cobalto e altre terre rare. Per ricercarli ed estrarli servono tuttavia ingegneri minerari, geologi operatori di cava, che però mancano. Anche in questo settore servono quindi una strategia e un coordinamento tra pezzi dello Stato: diplomazia, intelligence, istruzione e una amministrazione che gestisca in modo efficiente le autorizzazioni".
Chi deve intervenire, e come?
"Non ci spingiamo a dare una ricetta. Nel libro ci limitiamo a dire che un adeguamento dell’architettura istituzionale della sicurezza sarebbe opportuna, in un’epoca in cui le minacce alla sicurezza crescono. E guardare agli altri Paesi è utile".
Il titolo del libro è ’Governare le fragilità’. Risolverle non è possibile?
"Governarle vuol dire occuparsene, col tentativo di attenuare e, in un orizzonte più lungo, risolvere i problemi endemici".
Compresa la disaffezione degli italiani per la politica?
"Il tema della sfiducia è determinante. Secondo l’Istat solo il 31% si fida di media dello Stato e dei suoi apparati. Non c’è dubbio che questa sfiducia sia anche figlia di una percezione di inefficienza della macchina pubblica, che a sua volta determina un allontanamento dalle urne".
Per cambiare l’architettura dello Stato serve una convergenza politica che oggi manca.
"La politica e i governi sono spesso catturati dalle gravi emergenze quotidiane. È anche necessario guardare lontano e farlo, su temi cruciali, senza logiche di contrapposizione. L’insegnamento dei Costituenti non va dimenticato: la pensavano diversamente su tanti aspetti, ma approvarono quasi all’unanimità i principi e le regole che ancora oggi definiscono la nostra idea di società e di istituzioni. Andrebbe ritrovata quella spinta".