Riecco il centrodestra. Elezioni regionali, verso l’accordo

Vertice ad Arcore tra Salvini, Berlusconi e Meloni : tensioni sulla Calabria. No ad Occhiuto, spunta la forzista Santelli. Ok alla Borgonzoni in Emilia

Silvio Berlusconi, 83 anni, Giorgia Meloni, 42 anni, e Matteo Salvini, 46 anni

Silvio Berlusconi, 83 anni, Giorgia Meloni, 42 anni, e Matteo Salvini, 46 anni

Roma, 7 dicembre 2019 - Il centrodestra tenta di trovare l’accordo per le prossime elezioni Regionali. "Sono tutti nomi vincenti – dicono i leader – ma l’accordo è da perfezionare". Fatto salvo il placet su Lucia Borgonzoni per l’Emilia Romagna, il profilo individuato per correre per la presidenza della Calabria potrebbe essere quello della deputata di Forza Italia Jole Santelli, vicesindaco di Cosenza, visto il netto no a Mario Occhiuto, l’azzurro sindaco di Cosenza finito sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta e corruzione. "Non esiste, fateci un altro nome. Punto", ha tagliato corto Salvini davanti alle sollecitazioni di Berlusconi, seguito a ruota dalla Meloni.

Il sì definitivo nei prossimi giorni, salvo colpi di scena, mentre per la Toscana è stato confermato il principio che ad esprimere il candidato sarà la Lega (resta in piedi la candidatura della Ceccardi). Stesso schema resta nelle Marche e in Puglia dove toccherà a Fd’I (dovrebbero correre Castelli e Fitto), in Campania e Calabria a Forza Italia. Dopo tre ore di vertice ad Arcore, Berlusconi, Meloni e Salvini hanno ritrovato un baricentro comune sul fronte regionale, ribadendo che Lega, Forza Italia e Fratelli di Italia, "rappresentano la coalizione di centro-destra che è largamente in testa in tutti i sondaggi e governa la maggioranza delle Regioni".

I tre leader "vogliono riportare alla guida del Paese il buon governo. In Parlamento stiamo facendo un’opposizione dura e le Regionali del 2020 confermeranno che le sinistre e il M5s non godono più della fiducia degli italiani; c’è crescente preoccupazione per il liquefarsi della maggioranza di governo, che però propone una manovra disastrosa a base di tasse e manette". Dunque il centrodestra sembra aver ritrovato un collante nei continui segnali di sgretolamento della maggioranza di governo, che fanno intuire un ritorno alle urne più prossimo di quanto si pensasse solo qualche mese fa. Ma proprio per questo possibile showdown , che stando ai sondaggi li vedrebbe vittoriosi nelle prossime urne, sul tavolo di Arcore era presente anche un convitato di pietra. L’altro Matteo. Quel Renzi che, malgrado le smentite, avrebbe incontrato Salvini a casa Verdini. L’ex premier ha liquidato la notizia con una battuta: "Io Salvini lo vedo solo in Senato o da Bruno Vespa. Apprezzo che dal mojito si butti sul Chianti, ma io non c’entro niente".

Ma ad Arcore, prima di parlare di profili e di candidature e ipotizzare il governo che verrà, Meloni e Berlusconi hanno voluto sgombrare ogni ombra chiedendo al leader della Lega conto di quanto riportato da alcuni giornali. Salvini, dicono fonti a lui vicine, ha negato ogni incontro, ribadendo in privato quanto affermato pubblicamente: "Mai incontrato Renzi in nessuna villa". E così, tra un flan di tartufo e un secondo di pesce, Berlusconi da parte sua, ha anche difeso l’identità e il ruolo di Fi all’interno del centrodestra, respingendo l’ipotesi di un progetto di fusione con la Lega. Se, dunque, si andrà ad elezioni prima del tempo, il centrodestra dovrebbe presentarsi di nuovo compatto, cosa che sembra irritare Luigi Di Maio. "Salvini, Berlusconi e Meloni sono buoni per le televendite, non per governare", affonda il capo politico grillino.