Giovedì 18 Aprile 2024

Castrazione chimica, scontro in maggioranza. Botta e risposta Grillo-Salvini

Divisioni sull'emendamento della Lega al 'Codice rosso'. Il ministro Grillo: "Impossibile che io dia parere favorevole al provvedimento". Salvini: "Studi quello che viene applicato in altri Paesi"

Il ministro della Salute Giulia Grillo (LaPresse)

Il ministro della Salute Giulia Grillo (LaPresse)

Roma, 28 maggio 2018 - Nuova spaccatura all'interno della maggioranza di governo. Lega e Movimento 5 Stelle si dividono sulla castrazione chimica che un emendamento presentato dal Carroccio al ddl 'Codice rosso' vorrebbe introdurre, anche se solo in alcuni casi. Ieri Matteo Salvini ne ha parlato a proposito dello stupro di gruppo di Catania. "Castrazione chimica per quei vermi", ha detto il leader della Lega, precisando poi che la misura non è prevista nel contratto di governo, seppure il suo partito la proponga "da almeno vent'anni". Stamattina ecco spuntare la norma  tra la novantina di emendamenti al provvedimento che introduce nuove misure contro la violenza di genere. Una mossa che fa infuriare i 5 stelle che sottolineano come la proposta non sia stata condivisa nel governo e che rischi così di aprire un nuovo fronte di scontro. La tensione è palpabile tanto che, secondo alcune fonti, sarebbe sceso in campo in prima persona il premier Giuseppe Conte per calmare gli animi. E l'ok al ddl, previsto per questa settimana, slitta alla prossima. Servono giorni per cercare di far rientrare le divisioni all'interno della maggioranza. 

BOTTA E RISPOSTA GRILLO-SALVINI - Non fa giri di parole il ministro della Salute, Giulia Grillo. "Oltre che ministro sono anche un medico, quindi non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l'integrità psicofisica di una persona", dice. "È praticamente impossibile che dia parere favorevole - aggiunge - lavoriamo sull'inasprimento delle pene, è là, fra virgolette, che dobbiamo castrare certi comportamenti, che sono obbrobriosi".

A stretto giro arriva la replica di Salvini. "È sperimentale volontariamente in tanti Paesi occidentali - risponde a chi gli chiede un commento sulla presa di posizione della Grillo - : ci sono persone che chiedono di essere messe in condizione di non avere più gli istinti per commettere violenze bestiali e quindi qualcuno studi quello che viene sperimentalmente applicato in altri Paesi". 

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Violenza sulle donne, M5s-Lega chiudono: no revenge porn in ddl Codice rosso

I DUBBI DEL M5S - Il Movimento 5 Stelle contesta il merito e il metodo della proposta. Sul ddl, spiegano alcune fonti grilline, "è stato fatto un bel lavoro di squadra, una sintesi costruttiva partendo da un teso base che era leghista, che motivo c'era di introdurre quest'emendamento". E dopo poche ore rincarano la dose: "Noi non prendiamo in giro le donne - filtra da ambienti pentastellati -. Quello della Lega è infatti un emendamento applicabile nei casi in cui è prevista la condizionale. Questo significa che si applica solo a reati minori, dove appunto si prevede la condizionale, come il palpeggiamento ad esempio e non ha senso". E ancora: "Si sfrutta la paura delle donne per fare campagna". 

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L'EMENDAMENTO DELLA LEGA - La Lega chiede di aggiungere un articolo al 'Codice rosso', il 4 bis, che mira a modificare l'articolo 165 del codice penale sugli obblighi del condannato. L'emendamento leghista, a prima firma Roberto Turri, ripropone la  castrazione chimica, anche se in forma più attenuata: si chiede infatti che intervenga solo dietro consenso del condannato per ottenere la sospensione condizionale della pena, ma senza alcun obbligo. Nello specifico, il testo dell'emendamento recita: "la sospensione condizionale della pena può essere subordinata a trattamenti terapeutici o farmacologici inibitori delle libido con il consenso del condannato".

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