Sabato 20 Aprile 2024

Caso Gregoretti, sì al processo. Blitz leghista: è un flop l'aventino di Pd e M5s

Il Carroccio dà il via libera all'autosizzazione a procedere contro il suo leader. La maggioranza ha disertato la Giunta: voleva far cadere in trappola il Capitano

Migranti sulla nave Gregoretti (Ansa)

Migranti sulla nave Gregoretti (Ansa)

Roma, 21 gennaio 2020 - «Vado in tribunale a testa alta in nome del popolo italiano". Solo un attimo dopo il voto della Giunta per le immunità del Senato, ieri sera, e Matteo Salvini, dal palco di San Giovanni a Persiceto, già cavalcava il ‘via libera’ dato dall’organismo di Palazzo Madama ai giudici siciliani che vogliono portarlo alla sbarra con l’accusa di sequestro di persona per “l’affaire” della nave Gregoretti. "Se mi arrestano – ha arringato la folla il leader della Lega – devono trovare un carcere bello grande per tenerci dentro tutti; Guareschi diceva che ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione. Siamo pronti, sono pronto". Poi ha evocato pure Silvio Pellico: "Scriverò “Le mie prigioni”".

Questa narrazione d’attacco proseguirà almeno fin dopo le elezioni di domenica in Emilia-Romagna, ma il vero voto per l’autorizzazione al processo a Salvini ci sarà il 17 febbraio. E si tratterà di vedere, in quell’occasione, come voteranno i senatori della Lega che ieri, con il loro "sì", hanno di fatto ribaltato un voto che altrimenti sarebbe stato nettamente a favore di Salvini, visto che la maggioranza, disertando la riunione di Giunta, ha lasciato totalmente nelle mani dell’opposizione – con FI e Fd’I contrari al processo a partire dal presidente della Giunta, Maurizio Gasparri – il destino dell’ex ministro dell’Interno.

«Salvini si è mandato a processo da solo, in pratica", commentava una senatrice di maggioranza, mentre la presidente del gruppo misto, Loredana De Petris, spiegava: "La nostra? Una decisione ponderata, abbiamo messo al riparo la Giunta dalle pagliacciate; vediamo come Salvini e i suoi voteranno in Aula". Sì, però, intanto il ‘martirio’ salviniano è stato servito su un piatto d’argento al leader della Lega da una maggioranza atterrita dalla possibile débâcle in Emilia-Romagna. E che avrebbe preferito di gran lunga mandarlo comunque processo, ma dopo le elezioni. "Salvini è passato dal sovranismo al vittimismo – il commento di Luigi Di Maio –, ma la sua è solo tattica". Con ‘tattica’, infatti, gli uomini comunicazione del Carroccio hanno cominciato a sfruttare subito il ‘colpaccio’ mandando on line un sito, digiunoperSalvini.it, dove si invitano i cittadini a protestare, non mangiando per un giorno, contro chi vuole processare chi "ha difeso i confini del Paese" facendogli rischiare una pena che va dai sei mesi ai 15 anni, oltre che la decadenza da parlamentare per la legge Severino.