Giovedì 18 Aprile 2024

Casa Mastella, separazione (solo) politica. Sandra voterà per Conte. Clemente si sfila

Bruciano le accuse di intrallazzatore da Prima Repubblica. Ma lei non molla: "Macché poltrone, sono contraria a una crisi ingiusta"

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Benevento, 18 gennaiop 2021 - Nella casa di San Giovanni a Ceppaloni la domenica scivola via nel profumo zuccheroso delle torte di Sandra, pasticciera provetta. Lady Mastella cerca di addolcire la rabbia del marito Clemente passato in poche ore dalla fierezza di sentirsi un "pilastro dei costruttori" all’ignominia di essere bollato come un "intrallazzatore da Prima Repubblica". Malevolenza che viaggia con il cinguettio di Twitter e colpisce l’ex Guardasigilli nell’orgoglio, proprio lui che aveva speso il patrimonio politico di famiglia nell’operazione "Mastellas for Conte", perché per Clemente salvare il governo era anzitutto un’operazione di stile.

E, invece, ecco che i veleni gli rovinano non solo la prospettiva, ma anche l’armonia familiare. Sì, proprio così, perché davanti al bivio del destino dell’esecutivo, Clemente e Sandra imboccano sentieri diversi. Lui, come un novello Gneo Marcio Coriolano a cui è stato impedito di sottoscrivere il ‘foedus’ con i responsabili, sceglie la strada dell’esilio rancoroso. Lei, invece, ribadisce la fedeltà al cambio di casacca governativo (era stata eletta senatrice con il centrodestra, poi era passata al Misto votando i provvedimenti del Conte 2). A chi l’accusa di averlo fatto per ottenere la poltrona di ministro della Famiglia, Sandra replica senza usare dolcificante: "Voglio dire, ancora una volta, rispetto alle malelingue mediatiche, ai bugiardi di mestiere, ai ventriloqui della malafede, che non ho aperto alcuna trattativa per avere qualcosa, nessun ministero, niente di niente. Voterò la fiducia perché ritengo che l’apertura della crisi sia un atto ingeneroso verso le sofferenze che la nostra gente vive. Lo faccio perché è giusto, quasi per istinto. Lo faccio, mentre, in modo provocatorio, le sezioni locali del Pd e di 5 Stelle mettono in campo un’intesa per le amministrative contro il sindaco della città di Benevento".

Cuori nella tempesta in casa Mastella. Con il primo che, scontroso e immusonito, stacca il telefono non prima di aver preconizzato: "Mi chiamo fuori perché, dopo aver cercato di dare consigli su come risolvere la crisi, sono stato attaccato sul personale. Che cosa vedo all’orizzonte? Più un Conte ter con un rimpasto e il rientro di Italia Viva che un’altra maggioranza con l’ingresso di responsabili". La moglie ascolta da separata in casa (politicamente, s’intende), scuote la testa e si prepara a votare la fiducia al Conte ter.

Forse a far ritrovare concordanza politica è la trincea nella quale Clemente si prepara a dare battaglia per difendere la fascia tricolore. Perché proprio nelle ore in cui il leader di Ceppaloni rispolverava gli accenti felpati da Prima Repubblica per reclutare "costruttori di futuro", ecco che i peones sanniti del Pd e dei Cinquestelle gli sparavano allegramente addosso, pronti a sfrattarlo vivo o morto dal Comune. E lui? Come Coriolano si prepara a marciare sulla neghittosa capitale della regione. A Napoli nessuna alleanza con gli sleali Pd e M5s. "Come sindaco appoggerò Antonio Bassolino".