Morto Carlo Azeglio Ciampi, portò l'Italia tra i grandi dell'euro

Il Presidente emerito della Repubblica aveva 95 anni IL COMMENTO / Ciampi, il presidente galantuomo di G. TURANI FOCUS / I retroscena dell'elezione di Ciampi di E.M. COLOMBO

Carlo Azeglio Ciampi (Lapresse)

Carlo Azeglio Ciampi (Lapresse)

Roma, 16 settembre 2016 - Carlo Azeglio Ciampi è morto all'età di 95 anni. Primo presidente del Consiglio e primo Capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica,  è stato il terzo inquilino del Quirinale a essere eletto al primo scrutinio dopo Enrico De Nicola e Francesco Cossiga. Allievo della Normale di Pisa, Ciampi ha sempre amato ricordare come da quella straordinaria scuola universitaria siano usciti tre premi Nobel (Giosuè Carducci, Enrico Fermi e Carlo Rubbia) e un altro presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi. "Dalla quarta elementare alla fine del Liceo — raccontò — studiai dai gesuiti. Subito dopo passai alla Normale e mi trovai in un ambiente estremamente laico, quasi ateo. Nella scuola religiosa mi è stato insegnato l’amore per il prossimo. In quella della Normale, in particolare da Guido Calogero, mi è stato insegnato il rispetto per il prossimo al quale riconosci i tuoi stessi diritti e per il quale devi combattere ancora prima che per i tuoi".

LA NOTIZIA / E' morto Carlo Azeglio Ciampi

ALLA FINE della guerra — dove si era impegnato nel nuovo Esercito Italiano e si era iscritto al Partito d’Azione, l’unica forza politica di cui fece mai parte — pensava di fare l’insegnante di latino e greco in un liceo classico, ma gli fu inaspettatamente offerto di entrare, come impiegato, nella filiale di Macerata della Banca d’Italia dove rimase per 11 anni prima di essere chiamato a Roma nell’Ufficio studi.

Ne sapeva poco, Ciampi, di macrosistemi economici e così, ha raccontato, "mi misi a studiare come un matto", divenendo in poco tempo responsabile del settore che si occupava di economia reale. La carriera non ebbe soste fino a quando divenne Governatore dopo le improvvise dimissioni di Paolo Baffi, ingiustamente accusato da un giudice della Procura di Roma. Non fu un viaggio tranquillo il suo: due crisi valutarie nel 1985 e nel 1992, il fallimento del Banco Ambrosiano, l’omicidio di Roberto Calvi camuffato da suicidio, l’assassinio dell’avvocato Ambrosoli e lo scandalo dello Ior, la banca vaticana.

VIDEO / Ciampi ricorda la nascita della Rai

Ma ecco una nuova, improvvisa svolta alla sua vita: il 26 aprile del 1993 il presidente Scalfaro lo convoca al Quirinale, una passeggiata dalla sede della Banca d’Italia, e lo incarica di formare il governo dopo il crollo della Prima Repubblica. E fu Ciampi, nell’Italia che doveva fare un grande sforzo per riuscire ad entrare nell’Europa dell’euro, a inventare il sistema della concertazione tra il governo e le parti sociali, un sistema che durò per quindici anni. "Quell’accordo — scrisse Ciampi — è stato fondamentale per portare stabilità nell’economia italiana, stabilità che va strettamente collegata con la crescita". L’ultimo balzo avverrà, il 13 maggio 1999, con l’elezione a Capo dello Stato. Da presidente, ogni settimana andava a fare la prima colazione in Vaticano con Giovanni Paolo II e conversavano per un’ora di tutto. Un’abitudine che durò fino a due mesi prima della morte del Papa.

FACENDO un bilancio del suo settennato, ha raccontato ad Arrigo Levi, che lo ha scritto nel suo bel libro ‘Da Livorno al Quirinale’: "Ho incontrato molti giovani. Spesso sono preoccupati della loro precaria condizione, ma ho osservato che non cadono nel disincanto o nel cinismo. Affrontano la realtà per quello che è e si preparano a cambiarla. Questo è il punto: il ricambio generazionale, che si avrà quando questi giovani chiederanno con vigore ai loro padri ‘Ora fatevi da parte’. E’ ciò che fece la mia generazione all’indomani della guerra. Dicemmo ‘Ora tocca a noi’. Ce la facemmo. Anche loro ce la faranno".

Morto Ciampi, il cordoglio della politica

Morto Ciampi, Salvini: un traditore