Giovedì 17 Luglio 2025
ELENA POLIDORI
Politica

Caos terzo mandato. La Lega ci riprova. FdI: "Idea tramontata"

Il Carroccio presenta l’emendamento in Senato. Anche il Pd boccia la proposta: "Provocazione".

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, 57 anni, con il leader della Lega, Matteo Salvini, 52 anni

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, 57 anni, con il leader della Lega, Matteo Salvini, 52 anni

Ignazio La Russa, presidente del Senato, scruta l’orizzonte: "Potrebbe essere un tramonto, ma anche un’eclissi, al momento non so…". Quel che è certo, invece, è che dentro la maggioranza sono rimasti un po’ spiazzati Fratelli d’Italia e Forza Italia, per l’emendamento che la Lega ha presentato per tornare alla carica sul terzo mandato, questione che pareva finita nella pattumiera e invece risorge. Con qualche screzio. "Non è nel programma del governo – osteggiava ieri in Senato l’azzurro Paolo Barelli – e trova contrari gli italiani". Il Carroccio, però, non molla. L’emendamento è stato depositato ieri in Senato dove, in commissione Affari costituzionali, è in discussione il ddl sui consiglieri regionali. Replica il Pd. "È una provocazione che a nostro avviso dovrebbe essere dichiarata inammissibile", dichiarano i senatori dem Andrea Giorgis, Dario Parrini, Valeria Valente e Marco Meloni.

Ma si fa presto a dire che sarà così, anche se, sondando ambienti leghisti, si dà per scontato che sia una battaglia di bandiera. L’obiettivo sarebbe quello di consentire in extremis una ricandidatura in Veneto di Luca Zaia, oltre che di Vincenzo De Luca in Campania, ma soprattutto si vuole dare un "segnale". Da una parte, si sottolinea, allo stesso Zaia, per dimostrargli che la battaglia stava veramente a cuore anche a Matteo Salvini. Il sospetto negli uomini più vicini al ‘doge’ è infatti che il segretario preferirebbe piazzare alla guida del Veneto un suo fedelissimo: il nome è sempre quello del suo vice Alberto Stefani.

Ma la decisione di presentare comunque l’emendamento è anche un modo per far palesare le intenzioni dei meloniani, andare a vedere quanto fosse reale l’apertura fatta, come svela il primo firmatario dell’emendamento, il senatore veneto Paolo Tosato: "Andiamo fino in fondo per non lasciare nulla di intentato e per fare chiarezza sulle varie posizioni". L’orientamento emerso nel partito della premier, sarebbe comunque quello di votare contro. La spiegazione suona più o meno così: la nostra apertura era reale, ma doveva esserci una intesa almeno a partire dalla maggioranza. Non essendo possibile, non avrebbe senso modificare la nostra posizione.

Il voto sull’emendamento si dovrebbe tenere domattina e solo allora verrà fuori la verità, ma resta comunque irrisolto il vero nodo del contendere, ossia il nome del prossimo candidato a guidare il Veneto. La Lega lo rivendica non volendo perdere terreno nelle sue storiche roccaforti, ma Fratelli d’Italia vuole il presidente di una grande regione del Nord e le vere intenzioni della premier su questo fronte saranno chiare al momento della discussione al tavolo delle candidature, che al momento però non risulta ancora convocato.