L’Italia dello stallo, stop a 203 cantieri

Tolti 1,8 miliardi. L’ex viceministro Nencini: soldi destinati al reddito di cittadinanza

Cantiere San Basilio, Melendugno (Ansa)

Cantiere San Basilio, Melendugno (Ansa)

Roma, 4 giugno 2019 - Non solo la Tav. L’Italia è ferma. Dal Nord al Sud alle Isole. I cantieri hanno i cancelli chiusi. Lucchetti grandi e grossi. Emerge da un dossier dell’Anas sulle opere rinviate. Quello programmato per il 2019 slitta di due o tre anni. Esempio: la Due Mari, alias Grosseto-Fano, prevista per il 2020 slitta al 2022. Per non parlare della statale tosco-romagnola che vedrà l’inizio dei lavori nel 2022 (previsti nel 2018). In generale, prima di tornare nel dettaglio, si tratta di 203 opere bloccate dal costo complessivo di 16 miliardi e mezzo di euro. Molto colpite, euro più euro meno, la Toscana (1.241.933.477) e l’Umbria, dove si sfiora il miliardo.

Ma che cosa succede? Perché questo blocco? Dove sono finiti, se ci sono, questi soldi? Ripartiamo dal principio. Tutto nasce da un particolare che colpisce Riccardo Nencini, socialista, senatore, ma soprattutto già numero 2 dei Trasporti e delle Infrastrutture nei governi guidati da Renzi e Gentiloni. "Sì – dice – in commissione Trasporti quasi mi viene uno stranguglione. Vedo che, nel bilancio dell’Anas, mancano 1 miliardo e 840 milioni. Perché? Chiedo i dati alla Commissione. Aspetto tre mesi. Mi stufo e chiedo aiuto alla presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati. Miracolo: arriva il dossier". Tutto chiaro? "Chiarissimo: Molte più opere e soldi fermi di quanto mi aspettassi". Se le grandi opere viarie sono state rimandate non può che esserci un motivo, sostiene Nencini: "In parte non ci sono risorse. In parte, stimo che 1,8 miliardi siano stati stornati per il reddito di cittadinanza. Ne parlo col sottosegretario Siri, non risponde né sì né no. Ne parlo a destra e a manca, nessuno mi smentisce". 

Altro problema, gli enti locali. C’è chi dice che non ne sanno nulla. Ancora Nencini: "Esiste un asse stradale di collegamento tra Prato Est e Prato Ovest. La Statale 64 Porrettana, importo 43.358.319 euro. Non una cifra da capogiro, ma rimandata al 2021. Bene: agli amministratori locali l’ho detto io. Nulla sapevano". L’Italia bloccata? Dalle parti del ministro Danilo Toninelli smentiscono: "Nessuna opera o investimento è stato rimosso dal piano di investimenti di Anas. Per alcune infrastrutture c’è stata invece una riprogrammazione temporale dovuta al lungo iter approvativo delle stesse, che le norme del Dl Sblocca cantieri potranno contribuire ad accelerare". Sul capitolo reddito di cittadinanza, però, ammettono: "Qualche rimodulazione può esser stata fatta per gli impegni sul reddito di cittadinanza, ma il collegamento è relativo". Frase in burocratese, ma chiara. 

Ma la risposta non basta per capire una marcia indietro rispetto ai governi precedenti così forte. C’è una formula: "Previsione di incremento tempi per iter autorizzativo". E così, in Umbria, per la Statale 219 (stanziati 226.650.311 euro) invece del 2020 si dovrà aspettare il 2022. In Emilia-Romagna, altro esempio, sulla Statale 727 bis, tangenziale di Forlì, sono stati messi 102.613.012 euro. Però dal 2018 si va al 2020. E molti altri casi si potrebbero citare.  "Specie – chiosa Nencini – al Sud. Hanno fatto tante sparate sul Mezzogiorno trascurato dal centrosinistra e invece di aprire i cantieri li tengono fermi. Se non volevano quelle opere da noi programmate non dovevano spostarne l’esecuzione in avanti, bastava togliere i fondi. Non parlatemi di burocrazia come si giustificano dal Mit. Impossibile per 203 opere...".