Giovedì 25 Aprile 2024

"Addio Pd, bandiera gialla trionferà". La strana sintonia tra Cgil e 5 Stelle

Sindacati. Camusso e Landini, feeling con Di Maio: segnali giusti

Susanna Camusso e Maurizio Landini (Ansa)

Susanna Camusso e Maurizio Landini (Ansa)

Roma, 5 luglio 2018 - "Bandiera gialla la trionferà". La battuta gira in ambienti politico-sindacali e fa capire come tra sindacati rossi e Movimento 5 Stelle ci sia qualcosa di più che simpatia. È sbocciato l’amore? "Andiamoci piano – sostiene Paolo Berdini, uomo di sinistra-sinistra, già assessore all’urbanistica della giunta pentastellata a Roma poi dimessosi per la famosa vicenda dello stadio della Roma –. La sinistra, penso al Pd ma anche a Leu, non ha affatto dialogato col sindacato. O non è stata convincente. Al contrario dai 5 Stelle c’è stata un’attenzione forte. Ecco il perché di questa disponibilità". Amore eterno? "No – aggiunge Berdini –. Come l’elettorato, sfiancato, oggi è quanto di più mobile possa esserci, così il sindacato, se le promesse non verranno rispettate, può cambiare idea. Dipende dai fatti. Concreti". Sarà. Resta il fatto che Susanna Camusso, leader della Cgil, sostenne, all’indomani della marcia trionfale del 4 marzo del Movimento, che "questo governo parla alla nostra gente".

E lo stesso Maurizio Landini, già segretario duro e puro dei metalmeccanici Fiom, non manca di notare come Luigi Di Maio abbia lanciato "segnali giusti". Per non parlare dei lavoratori della BredaMenarini di Bologna, da sempre bacino di voti della sinistra, che, il 23 giugno, hanno praticamente festeggiato il ministro del Lavoro Di Maio. "Vede – afferma il sociologo Domenico De Masi –, i sindacalisti vanno sul concreto. Parlano di Jobs Act, dell’ingiusto Jobs Act. Vogliono trovare campi comuni per riequilibrare i rapporti di lavoro. E hanno trovato un interlocutore in Di Maio. Il quale sbaglia a dire che non esistono più destra e sinistra, ma certo si muove col mondo del lavoro. Mica come il Pd. Ora ibernato. Prima distrutto dall’adesione alle politiche neoliberiste.

Enrico Berlinguer portò il Pci nel fronte socialdemocratico. I D’Alema e, in ultimo, i Renzi hanno invece sposato la causa neoliberista (chi non ricorda lo "scordatevi il posto fisso" di dalemiana memoria?) non introducendo una rivisitazione del marxismo. E si sa che i militanti della Cgil e dei sindacati di sinistra erano quasi tutti di sinistra". Insomma, cari democratici, vi siete persi la Cgil? Ride ("per non piangere...") Ernesto Carbone, fra i dirigenti più conosciuti del Pd: "La Cgil si è fatta sfuggire i lavoratori. Ieri mattina l’Inps ha reso noti i risultati della comparazione fra il tasso di licenziamento nei 36 mesi del Jobs Act con i mesi precedenti alla sua introduzione. Ebbene, il tasso di licenziamento è identico. Questo significa che a più flessibilità corrisponde più occupazione. Ci hanno detto che, finiti gli incentivi, ci sarebbero stati i licenziamenti. L’ennesima bugia che ci ha propinato la Cgil. Comunque, sì: tra loro e Di Maio il rapporto è forte".