Giovedì 18 Aprile 2024

Calenda lascia il Pd. "Fonderò un nuovo partito"

L'ex ministro ed europarlamentare si dimette dalla direzione e fa sapere che non rinnoverà la tessera. Il segretario Zingaretti: "Ripensaci, abbiamo bisogno di te"

Carlo Calenda (ImagoE)

Carlo Calenda (ImagoE)

Roma, 28 agosto 2019 - Le strade di Carlo Calenda e Pd si dividono nel giorno in cui si concretizza l'alleanza tra dem e M5s per la nascita di un governo di legislatura. L'ex ministro dello Sviluppo economico, che non ha mai nascosto la sua contrarità a un accordo con i 5 Stelle, oggi ha inviato una lettera al segretario Nicola Zingaretti e al presidente Paolo Gentiloni annunciando le sue dimissioni dalla Direzionale nazionale del partito. "E' una decisione difficile e sofferta", spiega Calenda nella missiva.

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"Dal giorno della mia iscrizione ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5s - scrive l'europarlamentare -. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso del M5s. Le ragioni le abbiamo spiegate ai nostri elettori talmente tante volte che non vale la pena ripeterle qui".

"Non saranno 5 o 10 punti generici a far mutare natura a chi è nato per smantellare la democrazia rappresentativa cavalcando le peggiori pulsioni antipolitiche e cialtronesche di questo paese. Sapete bene che nulla abbiamo in comune con Grillo, Casaleggio e Di Maio", dice ancora Calenda elencando "i punti più controversi" che il negoziato tra i Pd e Movimento non avrebbe nemmeno sfiorato ("dall'Ilva alla Tav, da Alitalia ai Navigator"). 

"Un programma nato su omissioni di comodo non è un programma, è una scusa - prosegue l'ex ministro - . Eviterò di commentare la decisione di cedere al diktat del M5s su Conte. In fondo esiste una perversa coerenza nella scelta di questo nome per guidare un Governo nato dal trasformismo. Nelle ultime ore siamo arrivati persino ad accettare un giudizio sull'accordo di Governo da una piattaforma digitale privata che abbiamo sempre giustamente considerato eversiva e antidemocratica". 

"Nell'ultimo anno sono stato molte volte in disaccordo con le decisioni del Partito, ma ho sempre rispettato il volere della maggioranza. Questo caso è differente. Stringendo l'alleanza con il M5s, il Pd rinuncia a combattere per le sue idee e i suoi valori. E questo non posso accettarlo", conclude Calenda.

Il suo entourage ha fatto sapere anche che non rinnoverà la tessera del Pd, presa pochi giorni dopo le elezioni politiche del 4 marzo 2018.

APPELLO DI ZINGARETTI: RIPENSACI - "Caro Carlo, ho letto con attenzione, rispetto e personale dispiacere la lettera in cui annunci la decisione di lasciare il Pd. Le preoccupazioni alla base di questa scelta sofferta che ci hai comunicato sono, credimi, le stesse che mi hanno accompagnato in queste difficilissime ore. Voglio quindi condividere alcune considerazioni, nella speranza di aprire con te una seria riflessione su rischi e opportunità di questo decisivo snodo politico". Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, replica con un'altra lettera all'eurodeputato. "In questa sfida il Pd ha bisogno anche delle voci critiche, soprattutto se provenienti da personalità autorevoli e competenti come te. Ho e abbiamo bisogno di te, perché solo uniti potremo cambiare il destino di un Paese che, fino a pochi giorni fa, sembrava trascinato per inerzia verso un declino economico, civile e democratico senza precedenti", ha aggiunto Zingaretti.

ALTRE REAZIONI - Si dicono dispiaciuti per l'addio di Calenda sia il vicesegretario Andrea Orlando sia l'ex segretario Maurizio Martina. Entrambi si augurano che l'eruodeputato ritorni sui suoi passi.