Giovedì 18 Aprile 2024

Sì alla caccia al cinghiale in città: gli animali potranno essere mangiati

Un emendamento alla manovra consente gli abbattimenti di "fauna selvatica" anche nelle aree protette: "I cacciatori saranno formati". Respinta la richiesta di stralcio delle opposizioni

Roma, 22 dicembre 2022 - Il governo dà il via libera alla caccia ai cinghiali anche in città. Lo prevede un emendamento di Fratelli d'Italia, il primo ad essere discusso (con toni più che accesi) otto giorni fa in Commissione Bilancio alla Camera e l'ultimo ad essere approvato ieri.  Per la verità l'emendamento, a firma di Foti, non parla espressamente di cinghiali, ma di fauna selvatica, consentendo "abbattimenti a anche in aree protette e in città". Il caso di Roma non è citato esplicitamente ma è evidente che il provvedimento della maggioranza faccia riferimento in particolare alla Capitale. La misura sarebbe stata approvata dopo tre ritocchi: uno che aggiunge "sentito l'istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale", uno che specifica che la norma "non costituisce attività venatoria" e un terzo che prevede che a uccidere gli animali saranno persone "formate e con licenza". Lo stesso emendamento prevede anche i cinghiali uccisi possano essere mangiati, previa analisi igienico-sanitaria che non ritenga controindicata la consumazione.  Respinta la richiesta di stralcio presentata da  M5s, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra che ritenevano l'emendamento inammissibile perché non pertinente con la materia della legge di Bilancio

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Cosa dice l'emendamento 

Le regioni possono provvedere"al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia - recita l'emendamento - comprese le aree protette e le aree urbane, anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto". Qualora il semplice controllo si riveli in efficace potranno autorizzare piani di abbattimento o cattura,  "sentito l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Le esigenze possono essere le più svariate: "Per la tutela della biodiversità, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali e ittiche e per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale". 

Tali piani, si specifica, "non costituiscono attività venatoria" e sono realizzati da "cacciatori iscritti negli ambiti territoriali di caccia o nei comprensori alpini delle aree interessate, previa frequenza di  corsi di formazione autorizzati dagli organi competenti a livello regionale o della provincia autonoma e coordinati dagli agenti dei corpi di polizia regionale o provinciale". 

I proprietari dei terreni su cui si praticano gli abbattimenti  potranno collaborare "purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio e previa frequenza dei corsi di formazione autorizzati dagli organi competenti". Potranno partecipare anche "guardie venatorie, agenti dei corpi di polizia locale, con l'eventuale supporto, in termini tecnici e di coordinamento, del personale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'Arma dei carabinieri".

Gli animali abbattuti "sono sottoposti ad analisi igienico-sanitarie e in caso negativo sono destinati al consumo alimentare". 

Le proteste dei Verdi 

Sulle barricate Europa Verde e Alleanza Verdi e Sinistra: "A due giorni dall'accordo della COP15 a Montreal sulla protezione della biodiversità, definito storico dallo stesso Ministro e dalla sottosegretaria Vannia Gava - attaccano i portavoce Angelo Bonelli ed Eleonora Evi - è sconcertante che questa maggioranza faccia una vera propria dichiarazione di guerra a tutti gli animali selvatici, contro la nostra Costituzione e nel pieno di una crisi di biodiversità. Una norma di questo tipo che viola in modo lampante le direttive europee verrà presto impugnata dalla Commissione europea che aprirà l'ennesima procedura di infrazione contro il nostro paese. Tutto per compiacere i cacciatori . E a pagare, oltre agli animali, saranno sempre i cittadini, temiamo anche con possibili incidenti mortali".