Lunedì 23 Giugno 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Braccio di ferro sul Fisco. Rottamazione, pressing Lega. Forza Italia: prima l’Irpef

Nella maggioranza si riapre un fronte di tensione, il nodo delle coperture. E sui dazi continua il distinguo del Carroccio, pro Trump e critico con la Ue.

I due vicepremier del governo Meloni: Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (FI)

I due vicepremier del governo Meloni: Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (FI)

Roma, 26 maggio 2025 – Braccio di ferro tra Lega e Forza Italia su dazi e fisco. Ma se il problema dei dazi riguarda il rapporto con l’Unione europea, il tema della rottamazione delle cartelle e dei tagli all’Irpef è di più stretta pertinenza italiana. Il Carroccio non abdica certo all’approccio provocatorio sui dazi, col senatore Claudio Borghi che tramite i tg si esprime a favore anche di un’iniziativa unilaterale di negoziato con gli Usa.

Ma sabato è stato lo stesso Matteo Salvini a mettere al centro dell’agenda leghista la "pace fiscale" entro l’estate insieme all’impegno bandiera del suo dicastero delle Infrastrutture per il Ponte sullo Stretto, riguardo cui tra ieri e oggi ha fornito rassicurazioni verso il Quirinale e sull’impegno antimafia.

Il duplice ambito di scontro, quello europeo e quello del fisco, è emblematico delle crescenti divergenze politiche tra il Carroccio e il partito guidato da Antonio Tajani. La Lega mantiene una posizione espressamente critica nei riguardi della tecnocrazia di Bruxelles e molto indulgente nei riguardi di Donald Trump, mentre gli azzurri hanno fatto dell’europeismo un fondamento imprescindibile della loro azione politica. Il che, dai dazi, rischia invero di scivolare in ulteriori attriti sul piano di riarmo come sul conflitto russo-ucraino. Al tempo stesso il partito di Tajani intende tenere alta la causa della difesa dei ceti medi, cui si rivolge sempre più dal punto di vista elettorale anche con le aperture a parole in tema di libertà civili, maneggiando invece con più cautela la questione della pace fiscale che rischia sempre di incorrere nell’accusa di avvantaggiare gli evasori.

Il capogruppo azzurro alla Camera Paolo Barelli frena dunque la fretta del Carroccio sulla nuova rottamazione a 120 rate. "Non è una novità che Forza Italia nella definizione a fine anno della Legge di bilancio del 2025 chiese il taglio dell’Irpef dal 35 al 33% per i redditi medi fino a 50, 60mila euro", manda a dire. A suo tempo la decisione fu rimandata a primavera. E adesso, "dopo gli interventi già attuati dal governo a favore dei redditi più bassi – continua Barelli –, è indubbio che le famiglie con redditi definiti medi siano la categoria che ha molto sofferto l’aumento dei costi perdendo il potere d’acquisto. È quindi un dovere non solo per Forza Italia intervenire e dare loro il sollievo possibile tenendo presente la tenuta dei conti dello Stato".

Per gli azzurri, insomma, il taglio di due punti delle aliquote sui redditi dei ceti medi rimane "una priorità già decisa dal governo". Quanto invece alla nuova rottamazione invocata dal Carroccio, "se le casse dello Stato sono in grado di assorbire anche questo costo, perché dovrebbe Forza Italia essere contraria", sostiene il presidente dei deputati azzurri, rimandando al ministero dell’Economia e delle finanze guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti "stabilire se sono possibili ulteriori disponibilità di spesa".

La proposta leghista è da tempo ferma in Parlamento. In Senato si sta discutendo un disegno di legge, a prima firma del capogruppo leghista Massimiliano Romeo, che prevede di poter saldare i debiti con il fisco in 120 rate, distribuite in dieci anni, senza sanzioni e senza interessi.

Nei progetti del Carroccio il meccanismo sarebbe la soluzione per abbattere la montagna del magazzino della riscossione, ormai arrivato a 1.270 miliardi di euro e superare le carenze delle quattro rottamazioni concesse finora da governi di diverso colore. A differenza dei precedenti meccanismi, la proposta leghista non prevede maxi anticipi per le prime rate ed è aperta a tutti quanti abbiano debiti con l’Erario.