Bonaccini-Schlein, duello in diretta tv su lavoro e diritti

L’agenda del governatore: "Dobbiamo difendere anche la parità sociale, non solo quella civile". La replica: "Sono due mondi inscindibili: chi viene discriminato lo è sul lavoro, a scuola, nella società"

Stretta di mano tra Bonaccini e Schlein (Ansa)

Stretta di mano tra Bonaccini e Schlein (Ansa)

Roma, 20 febbraio 2023 - Almeno su questo è accordo totale: primarie aperte e nessuno strappo, chiunque vinca. Tra fair-play e frecciate, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein – due modelli di Pd e due diversi apprendistati emiliani – affrontano le telecamere di Sky per introdurre il duello di domenica ai gazebo. In palio la segreteria del Pd, una delle poltrone più traballanti del pianeta. Eppure entrambi ci provano. I 79.787 voti raccolti dal presidente della Regione Emilia-Romagna nei circoli dem sono un dato di limitata rilevanza. Perché la distanza dalla sfidante più agguerrita è di appena 27.156 preferenze (e Schlein ha vinto la sfida nei circoli a Roma, Milano e Napoli): quindi nulla che non possa essere recuperato, il 26 febbraio, se la partecipazione degli elettori fosse in linea coi precedenti. La storia dell’affluenza, pur in drastico calo, resta imponente. Si va dal record di oltre 3,5 milioni di votanti nel 2007 (incoronazione di Valter Veltroni) agli oltre, 1,6 milioni del 2 019 (vittoria di Nicola Zingaretti) . Per esprimersi basterà una dichiarazione di sostegno e 2 euro di versamento.

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"Siamo gli unici – lo difendo con orgoglio – che chiamiamo tanta gente alle primarie, spero più di un milione", dice il governatore dell’Emilia-Romagna, che poi rivendica: "Con me segretario non ci metteremo più sei mesi per fare un congresso. Domenica spero vinca il Pd. Credo di poter garantire unità del partito dopo le risse e un programma per l’Italia. Serve un nuovo gruppo dirigente. Occorre ripartire dai territori". Dai dirigenti che hanno vinto in periferia mentre il Pd perdeva "a livello nazionale". Per Schlein non è solo una questione di facce o di competenze: "Per costruire un’alternativa alle destre serve una linea politica coerente. Per tornare a vincere bisogna mettere in campo una proposta per chi non arriva a fine mese".

"Dobbiamo dare soluzioni concrete ai cittadini, dobbiamo aumentare le buste paga, garantire la sanità a tutti, investire sull’ambiente come se non ci fosse un domani", è il Bonaccini pensiero. "È tempo dell’umiltà e dell’ascolto. Le sfide cruciali sono la lotta alle diseguaglianze, alla precarietà, i tagli alla sanità, la questione climatica", è d’accordo Schlein, che poi si smarca: "Bisogna ridurre fortemente il lavoro precario e lottare per una riduzione dell’orario lavoro a parità di salario". Ancora: "Diciamo basta ai contratti a termine e vogliamo fissare un salario minimo". Critica il Job Acts: "Un errore". "Far pagare meno il lavoro stabile rispetto al lavoro precario e garantire la decontribuzione del 30% a chi assume a tempo indeterminato", è la proposta di Bonaccini. Smorfia di Schlein: "Bisogna alzare i salari abbassando le tasse sul lavoro e alzando quelle sulle rendite. E basta con gli stage gratuiti".

Le prime vere scintille arrivano sui diritti. Con Schlein che parla di droghe leggere e coppie gay, e Bonaccini che ribatte: "Dobbiamo difendere anche i diritti sociali, non solo quelli civili". Replica Schlein: "Diritti sociali e civili sono inscindibili: chi viene discriminato lo è sul lavoro, a scuola, nella società". Entrambi concordano sulla necessità "di cancellare la Bossi-Fini" e di riprendere il ddl Zan: "Il minimo sindacale in Europa" (Schlein). La speranza è di tornare a contare nel Paese facendo, al meglio, opposizione. Bonaccini: "Al governo do 4, ma io voglio vincere le elezioni per le nostre proposte. A Meloni non dico che è incapace dopo che ci ha battuto, sfiorerei il ridicolo". Schlein è più dura: "Serve una sinistra ecologista e femminista. Non c’è da misurare le critiche. Questo governo ha colpito i deboli – vedi la brutalità nel trascinare le persone salvate in mare nei porti più lontani – e i più fragili. È un governo che fa condoni e strizza l’occhio agli evasori".