Martedì 16 Aprile 2024

La Boldrini scivola nel boldrinismo

L'esponente Pd in ritardo con i contributi alla colf e affidava alla sua assistente parlamentare mansioni personali. La difesa: "Sono una donna sola"

L'ex presidente della Camera Laura Boldrini

L'ex presidente della Camera Laura Boldrini

Il boldrinismo è ormai un genere letterario e una categoria della politica, un mix di politicamente corretto e di femminismo spinto, quello per cui - tanto per fare un esempio - se dici che una ex presidente della Camera sta sostenendo coglionerie sei uno che odia le donne. Inventrice del genere manco a dirlo Laura Boldrini, entrata nel palazzo come Sinistra Italiana poi spiaggiata nei lidi più sicuri del Pd. "Una miracolata", sostennero alcuni considerando la sua elezione a presidente della Camera al primo mandato e alla sua prima esperienza politica (in precedenza era stata portavoce Onu per i rifugiati), solo in virtù del fatto che nell’epoca del "nuovo" serviva trovare una donna per compensare Pietro Grasso al Senato. Della sua esperienza a Montecitorio si ricorderanno soprattutto le battaglie per la parità di genere lessicale e le sue indimenticabili intemerate contro chi usava appellare gli esponenti istituzionali del gentil sesso con termini maschili. E’ a lei che dobbiamo la conquista della "ministra", "sindaca". Non molto, ma ogni epoca in fondo ha le suffragetta che merita.

In questi giorni Laura Boldrini è incappata in una storia un po’ spiacevole, la classica buccia di banana. E’ venuto infatti fuori nei giornali che la Boldrini medesima è in forte ritardo nel pagamento di alcuni emolumenti alla donna di servizio - "collaboratrice domestica" in boldrinese - e soprattutto che affidava alla propria assistente parlamentare mansioni di natura personale come ritirare la biancheria alla lavanderia, prenotare il parrucchiere e altro ancora. Colpe considerevoli secondo il codice di diritto boldrinese, aggravate dal fatto che le vittime sono donne (orrore!!!). La buccia di banana è di quelle che fanno male, specie se raffrontate alla narrazione precedente sui diritti delle donne, degli umili, della parità di genere, ma la cosa che colpiosce di più è l’arroganza dell’autodifesa. Non c’è stata infatti l’ammissione di aver commesso una leggerezza, la richiesta di comprensione, la presentazione di inevitabili scuse. No. "Sono una donna sola" si è giustificata l’ex presidente della Camera, cercando così di giustificare l’affidamento all’assistente parlamentare di compiti extra il suo ambito di competenza. 

Il significato della storia è sempre lo stesso: quando si tratta di fare la morale al prossimo tutti sono capaci a pontificare, quando c’è di mezzo il proprio interesse i diritti degli altri si piegano alla bisogna del momento. E dire che proprio in questi giorni il Pd si sta dilaniando sul maggior peso delle donne negli organi dirigenti del partito. Molte esponenti democratiche hanno preso la parola per affermare il diritto ad avere posti in ossequio alla parità di genere. A difendere la giovane assistente della Boldrini non è però intervenuta nessuna.