
I ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi
Roma, 30 giugno 2025 – Temperature altissime nel nuovo scontro tra governo e magistratura che stavolta, con un doppio intervento della Corte di Cassazione, manda segnali estremamente negativi su due provvedimenti chiave dell’esecutivo (dl sicurezza e protocollo Albania) irritando la maggioranza che minaccia ritorsioni con nuovi decreti, mentre l’opposizione parla di governo che si sente “al di sopra della legge” e che “attacca lo Stato di diritto”.
Uno scontro tra poteri dello Stato in piena regola, dunque, dove ieri si è inserita l’Anm (Associazione nazionale magistrati) facendo scudo all’ufficio del Massimario della Cassazione che aveva duramente criticato (nel merito e nel metodo) il dl sicurezza e chiedendo poi “rispetto per il ruolo della Suprema Corte”. La maggioranza, però, rilancia. Non solo ribadisce la blindatura del decreto, considerato un pilastro del programma di governo, ma accelera. “È fortemente auspicabile un nuovo provvedimento per rafforzare ancora di più la sicurezza, con riferimento alla tutela delle forze dell’ordine. Difendere le divise significa difendere gli italiani”, si legge in una nota della Lega.
Però anche i magistrati della Cassazione non arretrano. Ieri, in una corposa relazione sul trattenimento dei cittadini stranieri, con focus sul protocollo Italia-Albania, gli ermellini hanno avanzato dubbi di costituzionalità sull’accordo, evidenziandone le criticità non solo con la Costituzione, ma anche con il diritto internazionale e quello dell’Ue. La vera novità (e il nuovo possibile fronte nello scontro fra governo e magistrati), ha a che fare con la più recente modifica normativa che consente di trasferire in Albania gli stranieri già trattenuti in Cpr; ci sarebbero – sottolineano sempre gli ermellini – violazioni anche riguardo il diritto alla salute, a tutti garantito dalla Costituzione.
Lo scontro tra magistratura e governo, dunque, si fa di nuovo incandescente, con la Lega in prima fila decisa a rispondere difendendo le proprie leggi bandiera e amplificandole. Così, mentre esponenti del governo difendono il protocollo d’intesa con l’Albania, parlando di una magistratura “occupata dai centri sociali” (Maurizio Gasparri), mentre l’opposizione parla invece di “governo allo sbando” (Riccardo Magi, +Europa), la Lega studia come rispondere colpo su colpo, facendo trapelare l’idea di un nuovo decreto sicurezza, confermato da fonti del governo, che potrebbe vedere la luce a cavallo dell’estate. Un modo per considerare nullo il giudizio della Cassazione sul dl sicurezza appena approvato e alzare l’asticella della contrapposizione.
Il testo amplierebbe quell’ombrello legale sulle forze dell’ordine già introdotto con il dl sicurezza (che garantisce tutela legale ed economica agli agenti). Del resto, non è un mistero – anche lo stesso Guardasigilli Carlo Nordio si è detto “incredulo” – la relazione del Massimario è stata vissuta come “un’ingerenza”, “una forzatura”, “un intervento a gamba tesa”.
Tutto questo mentre il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, finisce di nuovo sotto i riflettori per la storia dei cinque agenti sotto copertura che si sono infiltrati dentro Potere al Popolo, il partito di estrema sinistra, dicendosi però pronto a riferire in Parlamento sui motivi che hanno portato alla scelta di spiare dall’interno un partito di opposizione, ecco che dalla Lega viene spiegato anche che non ci sarebbe alcuna intenzione di apportare correttivi al dl sicurezza appena approvato, come chiederebbe l’opposizione. Quel provvedimento viene considerato un “simbolo dell’azione del governo a tutela dei cittadini e delle forze dell’ordine”. E proprio nei confronti di queste ultime si vuole intervenire con il nuovo testo in cantiere. L’obiettivo è correggere uno degli aspetti più difficili in cui si può imbattere chi indossa una divisa: l’automatismo dell’iscrizione nel registro degli indagati come atto dovuto a seguito di azioni compiute nell’adempimento del proprio dovere.