Venerdì 19 Aprile 2024

Boccia: "Basta diktat sull'autonomia"

Il neo ministro stoppa la rivolta dei governatori. "Il Paese è uno, serve equilibrio"

Francesco Boccia

Francesco Boccia

Roma, 9 settembre 2019 - Da Bisceglie, dove ha partecipato a Digithon, vetrina delle start up innovative del Sud, Francesco Boccia, neoministro degli Affari Regionali, raccoglie la sfida dei governatori del Nord che arriva da Cernobbio. Anzi, nell’intervista a Qn-Quotidiano Nazionale, è pronto a rilanciare: "Dobbiamo capovolgere la narrazione tradizionale sul Mezzogiorno. Esistono tanti Sud come ci sono molti Nord nel Paese. Qui, in Puglia, abbiamo tanti giovani che si danno da fare e che competono ad armi pari con i loro coetanei della Silycon Valley".

Ministro Boccia, i governatori del Nord hanno alzato la voce tornando a rilanciare sull’autonomia differenziata. Che cosa risponde? "Ho preso l’impegno di non accettare provocazioni. Anzi, porgerò sempre l’altra guancia. Il mio, lo vedrete, sarà un atteggiamento gandhiano. Perché è fin troppo facile giocare sulle divisioni del Paese. Invece, Nord e Sud devono tenersi la mano, hanno bisogno l’uno dell’altro per crescere".

I governatori del Nord sembrano molto decisi ad andare avanti. Anche da soli. "L’autonomia la vogliamo tutti. Ma deve essere nel pieno rispetto della Costituzione. Non ci può essere un’autonomia unilaterale, proposta da chi non vuole ascoltare le ragioni degli altri. Quel modello di autonomia differenziata si era arenata di proprio fronte alle difficoltà e ai contrasti sorti nella vecchia maggioranza. Anzi, ricordo che sulla scuola, le posizioni del presidente dell’Emilia, Bonaccini, coincidevano con quelle del premier Giuseppe Conte".

E, ora, come si andrà avanti? "Sarebbe un grave errore riaprire il capitolo dell’autonomia dicendo che ‘o si fa così o si va avanti da soli’. Con i diktat non si va lontani. Ci sono servizi e prestazioni minime che devono essere uguali in tutto il Paese. Non è una variabile secondaria…".

Che cosa intende fare? "Ascolteremo tutti, anche di chi pensa oggi di non essere ascoltato. Ma non possiamo trasformare la Consulta, che è il livello più alto del nostro ordinamento giudiziario, in una sorta di Tar delle amministrazioni periferiche. Il ministero che ho l’onore di guidare è costretto a impugnare centinaia di leggi regionali. E’ una patologia che è diventata molto grave negli ultimi quindici anni. E questo accade perché le leggi sono fatte in fretta e senza un preventivo confronto".

Riuscirà a convincere il Nord? Intanto sto analizzando, uno ad uno, tutti i progetti presentati, i punti di contrasto e le azioni portate avanti. Ho sentito che a Cernobbio i governatori hanno chiesto di essere convocati. Farò il contrario: nei prossimi giorni girerò l’Italia in lungo e in largo, partendo proprio dalle Regioni che hanno chiesto l’autonomia. Ascolterò tutti ma credo che sia lecito chiedere una capacità di ascolto anche da parte dei nostri interlocutori".

Però anche da parte degli imprenditori, soprattutto quelli del Nord-Est, si respira un po’ di diffidenza. C’è il rischio che esploda una nuova questione settentrionale? "Credo proprio di no. Non vedo un Paese diviso fra Nord e Sud. E sono assolutamente convinto che la valorizzazione del Sud passa anche attraverso un’idea moderna del ruolo del Nord. Ci sono modelli eccellenti a Nord così come al Sud. Dobbiamo superare gli stereotipi. Serve un confronto laico".

Ma davvero questo è un governo a trazione sudista? "Quando ci sono stati molti ministri con il certificato di residenza al Nord, non si è mai detto che c’era un governo a trazione nordista… A volte ho l’impressione che qualcuno pensa di vivere ai tempi della guerra di secessione americana…. Io, da meridionale, mi sento assolutamente in grado di rappresentare gli interessi di tutto il Paese. E, quindi, anche quelli del Nord".

La sensazione prevalente nel Nord è quella di un Sud sprecone che distrugge le risorse del Paese… "Sono abituato a ragionare con i numeri. Se in una regione del Sud la sanità non funziona, se un ospedale non è efficiente, sono il primo a dire che non bisogna fare sconti. Ma è necessario avere anche l’onestà intellettuale di partire dalla realtà. E’ vero che ci sono aree del Nord che hanno bisogno di infrastrutture. Ma non si deve dimenticare, ad esempio, che il Sud, pur avendo il 34% della popolazione, ha solo il 16% della rete ad alta velocità".

C’è il pericolo di una spaccatura nel Paese con il nuovo governo Pd-M5S? "Assolutamente no. Questa maggioranza rappresenta una straordinaria opportunità. Mi sono battuto fin dall’inizio per farla nascere. Ed ero in minoranza. Ma sono tenace. Non mi farò mai trascinare sul terreno della polemica sterile o dello scontro ideologico basato sugli stereotipi. Ve l’ho già detto, sarò gandhiano".