Martedì 16 Aprile 2024

Biotestamento, avanza la legge. Paziente potrà lasciare le terapie

Ma il medico potrà rifiutarsi di staccare la spina. Ecco le novità approvate in aula

Biotestamento, la discussione in Aula (Ansa)

Biotestamento, la discussione in Aula (Ansa)

Roma, 19 aprile 2017 - Il paziente ha il diritto di rifiutare le terapie. E' quanto prevede l'emendamento al ddl sul biotestamento, approvato oggi a larga maggioranza dalla Camera, che sopprime il comma 6 dell'articolo 1 e di fatto rende possibile per il paziente rinunciare a terapie e cure palliative. Passa dunque il principio del divieto all'accanimento terapeutico, che vale anche per le cliniche private convenzionate, pure le cattoliche. 

"Il singolo medico però "non ha obblighi professionali". Potrà cioè rifiutarsi di staccare la spina. E' scritto in un secondo emendamento votato da Pd, Ap, Udc, Des-Cd, Lega e Forza Italia (con alcuni distinguo). Contrari il Movimento Cinque Stelle perché "così - lo spiega Matteo Mantero - si introduce nella legge una forma di obiezione di coscienza" per i medici.

NO ALL'ACCANIMENTO TERAPEUTICO - L' emendamento a firma del presidente della commissione Affari sociali della Camera, Mario Marazziti, prescrive che: "Nel caso di malattia grave e inguaribile, con prognosi infausta a breve termine, in presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti, sono esclusi ogni ostinazione irragionevole delle cure e l'accanimento terapeutico. Il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua, anche su richiesta del paziente, al fine di evitare al paziente stesso sofferenze insopportabili e non altrimenti evitabili, in associazione con la terapia del dolore". A decidere è  "un collegio medico formato dal medico curante e da almeno due medici designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero o della azienda sanitaria di competenza, di cui uno anestesista-rianimatore e uno specialista nella patologia da cui è affetto il paziente".

L'OBIEZIONE DI COSCIENZA - Il comma 7 dell'articolo 1 del ddl recita così: "Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale. Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico assistenziali". Interviene però l'altro emendamento che aggiunge la novità: "A fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali",  qualora il paziente, ad esempio, gli chieda di sospendere terapie fondamentali per la vita, come la nutrizione e l'idratazione, o addirittura l'interruzione dei macchinari che lo tengono in vita. Significa cioè che potrà rifiutarsi di staccare la spina. Ovviamente, il paziente potrà rivolgersi a un altro medico nell'ambito della stessa struttura sanitaria. 

Proprio la formulazione del testo dell'emendamento e la spiegazione che ne è stata data in Aula dalla relatrice di maggioranza, Donata Lenzi (Pd), hanno convinto anche alcune forze di area cattolica, contrarie alla legge, a votare a favore, come Alternativa popolare e Forza Italia. Di contro, l'emendamento non ha trovato il favore dei 5 Stelle e di Mdp. 

LE CLINICHE PRIVATE - Le cliniche private convenzionate, anche quelle cattoliche, non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall'applicazione delle norme sul biotestamento "non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi": l'Aula della Camera ha respinto a scrutinio segreto l' emendamento di cui era primo firmatario Gian Luigi Gigli che mirava ad evitare penalizzazioni "nei rapporti che legano" quelle strutture al Sistema sanitario nazionale.