Martedì 23 Aprile 2024

Berlusconi: Salvini tradisce i suoi elettori. "Rompa con i 5 Stelle, sono di sinistra"

Il leader azzurro: se cade il governo c'è una maggioranza di centrodestra

ilvio Berlusconi all'uscita dall'ospedale San Raffaele (Ansa)

ilvio Berlusconi all'uscita dall'ospedale San Raffaele (Ansa)

Roma, 31 luglio 2018 - Presidente Berlusconi, sulla Rai sembra si sia consumata una vera e propria rottura con Salvini. Il centrodestra esiste ancora?

"Noi di Forza Italia non solo esistiamo, ma non ci siamo mossi di un millimetro dalla linea di centro-destra che ha ottenuto alle elezioni il consenso della maggioranza relativa degli italiani. La domanda andrebbe fatta a chi ha scelto di fare un governo nel quale tutti i temi – tranne l’immigrazione – sono appaltati ai grillini, sessantottini in ritardo, che cercano di attuare confuse politiche di sinistra, oltre che del tutto inadeguati a governare".

Forza Italia insiste che non voterà il candidato alla presidenza di M5S-Lega, Marcello Foa. A quali condizioni potreste cambiare idea in commissione vigilanza?

"Il problema non è il nome, ma il metodo. Se siamo alleati, si ragiona e si decide insieme. Secondo: la legge prevede la maggioranza dei due terzi dei componenti della commissione di vigilanza per la scelta del Presidente Rai. Va rispettato il ruolo conferito dalla legge all’opposizione. Quando noi governavamo, abbiamo dato la presidenza della Rai a figure di valore come Claudio Petruccioli e Lucia Annunziata, ma certo non schierate con noi".

Grande impressione, in queste ore, ha suscitato l’aggressione all’atleta Daisy Osakue, ultimo episodio di una lunga serie. In Italia si sta diffondendo un’ondata di razzismo?

"L’Italia non è e non diventerà mai un paese razzista, il razzismo per fortuna è estraneo alla nostra cultura e alla nostra civiltà. Episodi come quello che ha colpito Daisy Osakue sono gravi. Mi auguro che i responsabili vengano individuati al più presto. A Daisy non soltanto voglio esprimere tutta la mia solidarietà, le voglio anche dire che l’Italia intera è orgogliosa – oggi più che mai – di lei e delle sue vittorie, e augurarle di portare la bandiera tricolore a nuovi importanti successi nel mondo dello sport".

Il suo governo adottò misure forti sull’immigrazione, eppure lei sembrò emotivamente coinvolto di fronte a certe situazioni drammatiche, tanto da non trattenere le lacrime dopo la tragedia degli albanesi in Puglia. Come giudica l’atteggiamento dell’attuale maggioranza?

"Credo che il lassismo degli anni della sinistra sul tema immigrazione richiedesse una correzione di rotta molto ferma. È una scelta necessaria, ma non annulla i principi di umanità che sono dentro di noi e fanno parte della nostra cultura europea liberale e cristiana. È difficile trattenere le lacrime di fronte alla sofferenza e alla morte di tanti innocenti. Non per questo però bisogna permettere a tutti di venire in Italia. Come lei ha ricordato, con un’accorta politica estera, il nostro governo aveva azzerato gli sbarchi".

Piatto forte del governo M5S-Lega è il decreto Dignità. Cosa si aspetta che faccia Salvini?

"Non mi aspetto nulla, ma spero ancora che Salvini ascolti le ragioni delle imprese e dei lavoratori, delle categorie professionali, degli artigiani e dei commercianti. Distruggere il lavoro fa parte delle follie ideologiche di certa sinistra, e quindi non mi meraviglio che lo faccia Di Maio, ma non può essere avallato da chi si definisce di centro-destra ed è in Parlamento con i voti degli elettori di centro-destra".

E se il governo blindasse il provvedimento con la fiducia?

"Sarebbe la dimostrazione che questa maggioranza anomala è già in affanno, ed eliminerebbe le già modeste possibilità di migliorare almeno qualche aspetto di questo pessimo provvedimento".

Lei è convinto che la maggioranza presto andrà in pezzi. Cosa la rende così sicuro?

"L’evidenza: non c’è un solo tema nel quale la politica statalista, anti industriale, profondamente illiberale dei 5 Stelle non caratterizzi l’azione del governo: penso al decreto Dignità, al paventato blocco dell’Alta Velocità Ferroviaria, agli ostacoli alla Tap – il gasdotto adriatico fondamentale per la sicurezza energetica del Paese – alla minacciata chiusura dell’Ilva, alla ri-nazionalizzazione di Alitalia, per non parlare della politica fiscale e di quella giudiziaria. Non credo che il consenso degli elettori moderati possa rimanere a lungo a chi permette di realizzare politiche della peggiore sinistra. Quindi o la Lega abbandonerà questo governo o gli elettori abbandoneranno la Lega".

Una crisi di governo non porterebbe al voto anticipato? Forza Italia sarebbe in grado di affrontarlo?

"Le elezioni anticipate non sono l’unica soluzione possibile, in caso di crisi di governo. Solo pochi mesi fa, il 4 marzo, una maggioranza significativa di elettori aveva chiesto un governo di centro-destra. Ma l’ipotesi delle urne non mi preoccupa affatto: Forza Italia profondamente rinnovata, con il suo leader in campo, e capace di denunciare con forza le follie degli ultimi mesi, offrendo alternative serie, concrete, credibili può ottenere risultati ben diversi non soltanto da quelli di qualche sondaggio ma anche da quelli delle ultime elezioni politiche".

Intanto, il prossimo anno ci sono le elezioni europee: come può una coalizione di centrodestra che, formalmente si considera ancora tale, arrivare con due idee di Europa cosi opposte come quelle vostre e di Salvini?

"Alle Europee vige un sistema proporzionale, che non prevede coalizioni, quindi il problema non si pone. Vorrei però aggiungere una considerazione: la nostra idea di Europa non è affatto quella di conservare l’esistente. Noi siamo profondamente europeisti ma proprio per questo convinti che l’Europa debba cambiare radicalmente, oppure fallirà".

Anche in Europa, però, 5 Stelle e Lega hanno fatto fronte comune su molti temi mettendosi su posizioni diverse da FI. Significativa, ad esempio, la loro opposizione alla tutela del diritto d’autore. Lei, non crede che la quantità di denaro e di potere che i padroni della Rete hanno concentrato in poche mani sia incompatibile non solo con l’editoria ma con la democrazia?

"È un tema molto complesso, sul quale le semplificazioni sono pericolose. Non sono certo contrario allo sviluppo della Rete, che è reso possibile anche dalla presenza di colossi come Facebook e Google, che sono brillanti iniziative imprenditoriali. Però come ogni impresa devono agire in un quadro di regole che impone loro di non utilizzare prodotti di altre imprese – appunto gli editori – senza pagarne il giusto prezzo. Altrimenti si crea una concorrenza sleale che non danneggia solo le case editrici: senza editori in grado di fare investimenti chi scriverà ancora un libro o comporrà un brano musicale se nessuno provvede a stamparlo, a commercializzarlo, a farlo incidere, a produrre un utile anche per l’autore?".

Sull’Europa in fondo FI ha posizioni non dissimili dal Pd. Ha senso il rassemblement dei moderati contro i sovranisti vagheggiato da Gentiloni?

"Potrebbe essere possibile solo in una condizione di emergenza democratica dalla quale, nonostante i grillini, siamo fortunatamente ancora molto lontani. Ho sempre apprezzato il senso di responsabilità e l’equilibrio di Gentiloni, ma le differenze fra noi e loro rimangono molto profonde. Non ho combattuto un governo di sinistra per arrivare ad allearmi con un’altra sinistra".