Sabato 20 Aprile 2024

Berlusconi assolto per il Ruby ter, Forza Italia: "Ora una commissione d’inchiesta"

Ma FdI si smarca: abbassare i toni. Meloni soddisfatta per l’assoluzione, congratulazioni arrivano anche da Salvini. La famiglia del Cav: "Una lunga persecuzione". E la compagna Marta Fascina: "Anni dolorosi"

Roma, 15 febbraio 2023 - Festeggiano tutti, ma non tutti allo stesso modo. Ad Arcore e nelle sedi di Forza Italia si stappa il Moët & Chandon, a Palazzo Chigi lo spumante. In casa del Cavaliere la soddisfazione è alle stelle, tanto che nell’entusiasmo del momento gli azzurri ripropongono addirittura l’improbabilissima commissione d’inchiesta sull’uso politico della giustizia che FdI si occupa subito di frenare: "È una boutade. Un asso di bastoni lanciato sull’onda emotiva della vicenda". È noto, del resto, che i due partiti sulla giustizia non parlano proprio la stessa lingua.

La felicità di Berlusconi non è scalfita per questo. Molto più indigesta l’irritazione per le sue frasi su Zelensky dei popolari europei, che ora esigono non si presenti al vertice che terranno a giugno a Napoli. Con tempismo esemplare, i giudici gli consentono di portare in primo piano un altro tema. Un po’ se l’aspettava, ma la sentenza arrivata all’ora di pranzo gli ha "tolto un peso dal cuore". Tanto da spingerlo a scrivere subito sui social un commento in cui si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Sono stato assolto dopo 11 anni di sofferenze, fango e danni politici incalcolabili".

La foto pubblicata sulla sua pagina Fb da Silvio Berlusconi
La foto pubblicata sulla sua pagina Fb da Silvio Berlusconi

Una vittoria giudiziaria che ha il sapore di una rivalsa. Silvio è travolto dall’affetto di figli ("papà è l’uomo più perseguitato al mondo", dichiara Barbara Berlusconi"), compagna ("si chiude un capitolo doloroso", assicura Marta Fascina), amici, esponenti del partito e alleati. "Sono felice per l’assoluzione di Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche", afferma Matteo Salvini. Scottano i telefoni ad Arcore: tra le chiamate, spicca quella di Matteo Renzi, apprezzata dal Cavaliere. Al pari della standing ovation dei deputati azzurri e di Italia Viva in aula quando il fedelissimo Paolo Emilio Russo annuncia in tempo reale l’esito del Ruby ter.

È soddisfatta, certo con maggior moderazione, anche Giorgia Meloni. Presentarsi a Monaco sabato per la conferenza sulla sicurezza con uno dei principali alleati fresco di condanna infamante sarebbe stato un guaio. Meglio, molto meglio l’assoluzione. Giorgia è pure decisa a stemperare le tensioni con il Cavaliere, a circoscrivere e disinnescare le sparate putiniane, ma senza arrivare a rottura. Così, il comunicato di Palazzo Chigi è sobrio, l’importante è il gesto: non capita tutti i giorni che la presidenza del Consiglio festeggi un verdetto. Inutile calcare la mano: "È un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al presidente Berlusconi a nome mio e del governo un saluto affettuoso".

Ma di commissione d’inchiesta lei e FdI non vogliono neanche sentir parlare. Sarà forse stato un riflesso pavloviano a spingere il capo dei deputati FI, Alessandro Cattaneo a chiedere l’immediata calendarizzazione della proposta di legge per istituirla, ma lo stop è immediato: "Non si può fare di tutta l’erba un fascio. Il 90% dei magistrati fa bene il proprio lavoro. Nei casi poco chiari basta fare ispezioni mirate", assicurano dentro FdI. Inutile – avverte il partito della Meloni – esacerbare gli animi con quel mondo nel momento in cui la maggioranza ha espresso un suo esponente alla guida del Csm e sta trovando nella figura del Guardasigilli Nordio e nelle sue riforme una importante sintesi. "Non sono contrario all’organismo – taglia corto Ciro Maschio, presidente della Commissione giustizia a Montecitorio – ma le priorità sono altre: la durata dei processi e la riforma del processo civile".

E l’opposizione? Imbarazzata. Parca di parole, fatti salvi i renziani che si uniscono ai festeggiamenti. Critico il leader M5s, Giuseppe Conte: "Mai augurato una condanna a Berlusconi, ma piano con l’entusiasmo". Quanto al Pd è ammutolito. Per sua fortuna si può trincerare dietro il dogma per cui "le sentenze non si commentano".