Il carisma di Berlusconi. "Anche ricoverato detta l’agenda. E aumenta i tifosi"

Il sociologo Panarari: telefona a tutti e si sente un highlander Le condizioni restano stazionarie. Il fratello Paolo: "Siamo fiduciosi"

Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele (foto Imagoeconomica)

Silvio Berlusconi ricoverato al San Raffaele (foto Imagoeconomica)

Roma, 8 aprile 2023 – “Silvio Berlusconi pensa a se stesso come un highlander. Corpo e carisma sono fusi. La sua è una dimensione totalmente biopolitica". Per Massimiliano Panarari, docente di Sociologia della comunicazione all’università Mercatorum di Roma, l’attivismo del fondatore di Forza Italia dalla terapia intensiva del San Raffaele aggiunge un nuovo capitolo a "una storia unica".

Berlusconi riceve familiari e amici, chiama i vertici del partito, interviene al Consiglio dei ministri, rassicura gli elettori. Tutto l’entourage concorda: “È una roccia“, “Un leone“. Cosa sta comunicando?

"La propria centralità in tutti gli edifici del suo successo. In famiglia, tra i figli avuti dai diversi matrimoni. In azienda, sempre difesa. Nel partito, appena rivoltato negli assetti. Nel governo, nel quale è azionista decisivo e in piena condivisione con Giorgia Meloni dopo la maretta dei mesi scorsi. Nel Partito Popolare europeo, dove – se le esternazioni pro Putin non lasceranno ulteriori strascichi – la partita per le Europee del 2024 è tutta da giocare. “Io, Silvio, sono qua. Garanzia di chi mi ruota intorno“. Questo è il messaggio del suo vitalismo da lottatore".

I ricorrenti ricoveri degli ultimi anni avrebbero eliminato chiunque altro dalla scena. Perché Berlusconi rilancia?

"L’equazione tra politica e comunicazione, suo tratto distintivo, trova inesorabile applicazione a ogni momento di difficoltà. Berlusconi applica in primo luogo a se stesso la regola fondativa del suo impero mediatico-politico. Reagisce all’usura e alla fragilità con proporzionale esibizione di energia. Così rinnova il suo carisma".

Forza Italia, dopo il voto, sembrava lì per disgregarsi. Ora?

"Tutto congelato. Anzi, ibernato. Il partito personale, il partito azienda, mantiene la sua specificità anche per il fatto di non democratizzarsi. Tutto discende dal capo. E se il capo si propone come highlander, è naturale che non si apra alcun percorso di successione. Così anche il rovesciamento delle ordinarie dinamiche partitiche concorre a garantire la durata di un esperimento ancora vivo".

Gli elettori e i fan arrivati sotto il San Raffaele a urlare “Forza Silvio“ sono la negazione del “partito di plastica“?

"Il Berlusconi populista che nel 1994 “scende in campo“ strega milioni di italiani. Ci riesce con un’operazione di disintermediazione nella quale corpo carismatico del leader, slogan ammalianti e persino barzellette spinte rappresentano le leve. Così Berlusconi, noto per le sue simpatie craxiane, riesce a fondere la tutela dei grandi interessi imprenditoriali, a partire dai propri, con la dimensione della rappresentanza interclassista tipica della Democrazia Cristiana. I fan che viaggiano per centinaia di chilometri fin sotto all’ospedale sono la prova che quel meccanismo resiste all’usura del tempo e delle alterne vicende elettorali".

Non sembra stupito.

"Per la verità sì e no, anche se la sottovalutazione di Berlusconi è una costante che si ripete".

Ad esempio?

"Le classiche barzellette di Silvio non possono essere considerate solo sul piano dei contenuti, spesso oggettivamente imbarazzanti; vanno analizzate anche sul piano dell’autenticazione del leader che, proprio grazie a quella recita, si pone in rapporto diretto con l’elettore ".

Tutto calcolato?

"Assolutamente. Non c’è nulla di casuale, nulla di spontaneo nella comunicazione dell’uomo che ha rivoluzionato la politica italiana. Berlusconi è la tv. E in tv la massima impressione di naturalezza è sempre frutto di uno straordinario lavoro autoriale o di regia o di montaggio. Questa innata capacità di calcolo – che politicamente è una dote – contraddistingue Berlusconi in ogni momento. Quindi anche il letto di una terapia intensiva può diventare un set narrativo".

E nel 2024 ci sono le elezioni europee.

"Traguardo che per Berlusconi e Forza Italia è particolarmente sfidante. La virata lealista pro Meloni risponde anche all’obiettivo di giocare un ruolo nelle dinamiche europee tra Ppe e Conservatori. Il Ppe ha un problema: non è maggioranza in nessuno dei grandi Paesi e non vorrebbe consegnarsi a un futuro da destra-destra. La presenza di Berlusconi, leader intimamente populista che oggi rivendica la rappresentanza dei moderati, potrebbe favorire mediazioni imprevedibili".