Giovedì 18 Aprile 2024

Beatrice Venezi: "Puntiamo sull'identità solo così salveremo la cultura italiana"

La direttrice d’orchestra ora consigliere del ministro Sangiuliano: "Il Fondo unico per lo spettacolo non va usato per ripianare i bilanci. I finanziamenti premino il merito. E basta con l’esterofilia dilagante"

La direttrice d’orchestra Beatrice Venezi nominata consigliera per la musica

La direttrice d’orchestra Beatrice Venezi nominata consigliera per la musica

Roma, 20 novembre 2022 - Beatrice Venezi, era appena rientrata da Londra, dove ha diretto un concerto alla Royal Albert Hall, quando le è giunta la nomina a consigliere per la musica da parte del Ministero della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Si aspettava questa nomina?

"È un po’ che se ne parlava, diciamo che non è arrivata improvvisamente: ne sono onorata e pronta a lavorare".

Cosa si propone di fare?

"C’è bisogno innanzitutto di un cambiamento di paradigma: lo strumento più importante a disposizione che ha il Ministero è il Fondo unico per lo spettacolo. I suoi scopi sono giusti, ma è necessario incrementare i controlli preventivi e successivi alle erogazioni per ottimizzare i risultati e il nostro sistema. Il cambio di paradigma, però, non sta solo nell’efficienza e nel merito, ma anche sulla questione identitaria: deve diventare uno strumento a sostegno del tessuto artistico nazionale e non può ridursi a uno strumento per ripianare i passivi degli enti".

Di cosa ha bisogno la cultura italiana?

"Identità e conoscenza. Lo dico traendo le mie conclusioni anche dal contesto internazionale dove nei concorsi gli italiani non riescono spesso a vincere perché non adeguatamente supportati nonostante abbiano talento. Dobbiamo uscire da questa esterofilia dilagante dettata forse da un certo provincialismo. E poi conoscenza: ho fatto la prima proposta al ministro Sangiuliano partendo dal presupposto che la piattaforma ‘It’s art’ voluta dall’ex ministro Franceschini è stata un buco nell’acqua non avendo raggiunto nessuno degli obiettivi che si prefiggeva, ho proposto il primo Metaverso statale su cui gli artisti di qualsiasi genere e arte possano realmente avere una piattaforma in grado di raggiungere il mondo intero, per poi magari allargarlo all’intero comparto del 'Made in Italy' .Sarebbe una novità assoluta che porrebbe l’Italia al centro dell’innovazione".

Cosa si attende dal governo Meloni?

"Mi attendo che le parole identità e merito tornino al centro e mi pare ci siano i presupposti; mi attendo un riposizionamento dell’Italia e che la cultura sia vista come un asset fondamentale per le future generazioni. Le sue prime mosse vanno nella direzione di non essere più proni agli altri partner europei ma non per questo voler essere antieuropeisti: mi pare sia sulla strada giusta, ma è presto per tirare le somme, è appena all’inizio".

Lei ha raggiunto i suoi obiettivi non certo per le quote rosa: hanno ancora un senso?

"Secondo me, no: gli eventi recenti lo dimostrano".

Qualcuno, però, la continua a definire direttora o direttrice...

"Continuino pure: ora inizieranno a definirmi consigliera…".

Su Facebook ha citato Pasolini: peccare non significa fare il male, non fare il bene, questo significa peccare. A chi lo dedica?

"È una riflessione rivolta a tutti e al mio mondo in particolare. Pasolini è stato profetico e la mia prima stagione da direttore artistico a Taormina Arte aprirà nel suo segno. Va coltivata e analizzata la sua eredità anche sotto il profilo politico: lo faremo con un confronto dialettico tra il responsabile della cultura di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, e quello del Pd, Matteo Orfini".