Battaglia sull'omofobia. Nuova legge, muro di Salvini

La proposta dem punisce chi discrimina in base all’orientamento sessuale. Ma per Lega e FdI si vuole limitare la libertà d’opinione. Contraria anche la Cei

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Dopo 25 anni di dibattiti, sei tentativi parlamentari precedenti tutti finiti nel vuoto, la tenace opposizione della Cei (che parlano di "bavaglio" alla possibilità di criticare forme di famiglia, sessualità e amore delle comunità Lgbt), il progetto di legge contro la "omotransfobia" è pronto e, ieri, ha iniziato il suo iter nella commissione Giustizia della Camera dei Deputati. Ma il suo iter, che già era stato lungo (Zan aveva presentato il primo testo a luglio 2018), lo sarà ancora di più perché le opposizioni daranno forte battaglia convidendo il timore della Cei, ossia il timore che alla fine la legge possa contenere qualche tipo di limitazione all’espressione di opinioni contrarie al matrimonio gay o all’adozione da parte di famiglie gay.

La pdl "Zan" - in quanto a prima firma del deputato dem Alessandro Zan, ma che reca anche la firma del sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, esponente di Iv - porta, recita il testo, "modifiche agli articoli del codice penale in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere".

Si tratta di un testo scarno che, in pratica, amplia l’attuale "Legge Mancino" (datata 1991, quasi trent’anni fa), la quale già punisce i reati di "odio" per ragioni razziali, etniche, religiose o legate alla nazionalità, anche all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Con la nuova legge, in buona sostanza, chi discriminerà persone gay e trans rischia fino a quattro anni di carcere.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, l’ha bollata subito come "un testo pericoloso che incita all’eterofobia", Fratelli d’Italia grida alla "legge bavaglio dal furore ideologico". Invece, gli esponenti del Movimento cinque stelle plaudono al testo e replicano a Salvini che "mortifica un tema sociale importantissimo". Ovviamente, c’è il massimo appoggio da Leu e da Italia Viva, anzi: in pratica si tratta di una delle poche cose su cui, in maggioranza, sono tutti d’accordo.

Forza Italia, con la deputata Giusy Bartolozzi, si è messa in una posizione attendista e prudente che, però, fa intravedere aperture importanti: "L’amore – spiega a Qn - non ha declinazioni di genere e lo Stato deve proteggere da ogni forma di violenza e discriminazione. Ma la tutela della libertà di pensiero deve essere piena e non deve tracimare in atti concreti di istigazione o crimini contro l’individuo".

Ovviamente, le associazioni che difendono i diritti dei gay (Arcigay, Gaylib, etc.) plaudono al testo, ma neppure tanto ("legge necessaria, ma proposta migliorabile", dicono), mentre le associazioni legate al cattolicesimo tradizionalista parlano di "testo osceno, degno delle peggiori dittature".

Il deputato e costituzionalista dem, Stefano Ceccanti, cattolico di fede aclista, ha spiegato, anche su Avvenire, la posizione dei cattolici democratici, portando a dotto esempio il Togliatti che, in Assemblea costituente, puntava a punire la ricostituzione del partito fascista "disciolto", il Pnf, ma non di generici partiti ‘neofascisti’, e sostenendo che "con questo ddl non vengono condannate le idee, ma chi istiga all’odio omofobico. La legge è equilibrata, non ideologica".