Banche, Renzi grazia l'anziana contestatrice. Lei non molla: da me niente scuse

Il Pd ritira la querela alla battagliera pensionata che aveva urlato contro il leader durante la Festa dell'Unità di Bologna

Giovanna Mazzoni in prima linea contro il Salva-banche (Ansa)

Giovanna Mazzoni in prima linea contro il Salva-banche (Ansa)

Ferrara, 23 dicembre 2017 - Denunciata e redenta. Disgraziata, come risparmiatrice dopo il crac di Carife, e ora graziata dal Pd che ha ritirato la querela depositata a suo carico dal tesoriere nazionale Francesco Bonifazi. Tutto in una notte, come nel film di John Landis del 1985, per Giovanna Mazzoni, battagliera pensionata che lo scorso 2 settembre aveva strillato come un’aquila alla festa dell’Unità di Bologna.

Per una notte, ha sentito su di sé il gravoso peso della querela per diffamazione di Renzi & co.

«Confesso di aver dormito serenamente, senza incubi particolari. Ero tranquilla, perché se le mie parole sono state percepite come un insulto, che dovrebbero pensare i risparmiatori spogliati di soldi e speranze?».

Ma come per la ‘Var’ nel calcio, il labiale pareva inchiodarla: quel ‘voi siete ladri’ risuona ancora sui siti web.

«Risuona anche la risposta pepata di Renzi, ‘ladri lo dica a sua sorella’. Ma non ne faccio un caso, posso essere stata maleducata ma dietro quel mio grido c’era la voce di migliaia di azionisti e obbligazionisti che non hanno avuto l’occasione, e neppure la forza, di farsi sentire».

I maleducati, come dice lei, si scusano. Ha schivato la querela per un atto di contrizione?

«Io non ho fatto nulla, e neppure ritengo di dovermi scusare con Renzi e il Pd».

Al suo posto è stato il segretario ferrarese del Pd Luigi Vitellio, a scrivere subito a Roma evidenziando l’inopportunità della querela. Forse pensando al boomerang in termini di immagine e consensi.

«Non faccio di questi calcoli, io. Penso piuttosto a un giusto ripensamento su una vicenda complessa e atroce. Se vogliamo, dal 2 settembre, giorno del mio sfogo, anche Renzi ha mutato il proprio atteggiamento nei confronti di alcuni attori della crisi delle banche. Penso alle sue accuse, aspre, nei confronti degli organi di vigilanza».

Non ha usato però il suo epiteto, lapidario, che ha irritato il popolo del Pd.

«Al di là dei termini, ha preso coscienza che il quadro è grave e complesso. E che c’è la necessità di garantire una soluzione per chi ha perso i risparmi. A Ferrara questa consapevolezza c’è: qui ha preso corpo, nel confronto con il sottosegretario Baretta, il Fondo di Solidarietà che ora, a gran voce, chiediamo di aumentare. È potenzialmente utile, ma i fondi a disposizione non sono granché, e il meccanismo applicativo è tutto da chiarire».

Restiamo alla querela depositata a novembre e, ieri, evaporata. Bonifazi parla non di un’indulgenza urbi et orbi, ma di ‘presa d’atto di una specifica situazione che riguarda la signora Mazzoni’. Un perdono ad personam: che ne pensa?

«Che mi evita di invocare la clemenza della corte. Ma vorrei che uguale attenzione fosse riservata dal Pd nazionale a tutti i risparmiatori, sia a quelli che strillano nelle piazze, sia a quelli che non hanno più la forza di parlare».

Ci confessi, qual è stata la sua reazione quando ha appreso della denuncia?

«L’ho saputo proprio dal Carlino, perché a me non era stato notificato ancora nulla. E come me, a quanto risulta, l’ha saputo anche Vitellio. Ma al di là della sorpresa, penso che applicando questo metodo, le procure sarebbero ingolfate di querele in tre giorni».