Banca Etruria, Pd contro Bankitalia: "Emergono vere responsabilità"

Il commento del presidente Orfini dopo l'audizione in commissione del procuratore di Arezzo Rossi. La replica di Via Nazionale

Matteo Orfini, presidente Pd (Foto Alive)

Matteo Orfini, presidente Pd (Foto Alive)

Roma, 30 novembre 2017 - Sul fallimento di Banca Etruria cominciano a "emergere le vere responsabilità, a cominciare da quelle di Banca d'italia sia nella mancata vigilanza sia nell'immaginare di riorganizzare parte del sistema intorno alla Popolare di Vicenza, le cui difficoltà pure erano abbastanza evidenti già allora". Le parole sono del presidente del Pd Matteo Orfini che commenta così l'audizione del procuratore capo di Arezzo, sentito oggi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul caso banche. 

Durante il suo intervento il magistrato Roberto Rossi ha ricordato la mancata fusione tra Banca Etruria e la Popolare di Vicenza che avrebbe portato poi Bankitalia a censurare e sanzionare i vertici dell'Istituto di Arezzo e a commissariarlo nel febbraio 2015. "Ci è sembrato un poco strano" che Banca d'Italia incentivasse l'aggregazione con Bpvi che, "leggendo dalle fonti aperte le ispezioni" di Via Nazionale "era in condizioni simili", ha affermato Rossi. 

Dell'operato di Bankitalia, dice Orfini "il Pd chiederà conto nelle prossime audizioni (della vigilanza e poi del governatore Ignazio Visco ndr)". E comunque le parole di Rossi evidenziano che "si sta sgretolando il castello di sciocchezze" montato su Banca Etruria (vedi le accuse al sottosegretario Maria Elena Boschi). 

A Orfini si accoda il parlamentare dem Emanuele Fiano. "Sta emergendo la verità sulle banche, oggi anche su Etruria: una mancanza evidente di vigilanza, una responsabilità chiara di Bankitalia. Il sistema che doveva controllare quello che stava succedendo nelle banche e così difendere i risparmiatori, ha fatto acqua da tutte le parti". 

"Oggi abbiamo visto le pseudo teorie dei 5 stelle cadere un pezzo dopo l'altro", gli fa eco il senatore Pd Stefano Esposito, che insiste: "La commissione d'inchiesta sul sistema bancario sta evidenziando un deficit di vigilanza di Bankitalia e non solo". 

LA REPLICA BANKITALIA - Fonti di via Nazionale però rettificano quanto emerso in Commissione. Banca d'Italia "non ha mai sostenuto il matrimonio con popolare di Vicenza. Dopo le ispezioni del 2013, e le irregolarità emerse, Bankitalia ha chiesto ad Etruria di adottare una serie di misure correttive e di ricercare l'aggregazione con un partner di elevato standing. La scelta del partner è stata rimessa all'autonoma valutazione degli organi aziendali". 

M5S - Chiamati in causa i 5 Stelle contrattaccano. "Le colpe, le omissioni e le bugie di Bankitalia, rispetto alla mancata fusione con PopVicenza, sono evidenti. Ma il Partito democratico - dice il portavoce grillino - non si sogni di scaricare tutte le responsabilità su via Nazionale". Tanto più, sottolinea, dopo che il "pm aretino ha evidenziato come i guai della banca Etruria si siano aggravati a partire dal 2011, guarda caso quando papà Boschi entra in consiglio di amministrazione".

SI - Per il deputato di Sinistra Italiana-Possibile Giovanni Paglia "è incredibile, oltre che maldestro, il tentativo del Pd di scaricare su Bankitalia le responsabilità del crack di Etruria. Nulla dicono commissari Pd sulle responsabilità di amministratori che hanno azzerato con le loro azioni e omissioni il valore dell'istituto". 

Il pm Rossi ha comunque precisato nell'audizione che il vicepresidente di Banca Etruria, Pierluigi Boschi, non ha "mai partecipato a delibere" degli organi di Banca Etruria "che concedevano finanziamenti che fondano il reato di bancarotta".