Governo Meloni, scontro sui balneari: FdI fa dietrofront

L’emendamento che 'allunga' la concessione non sarà tra quelli segnalati nel Milleproroghe dal partito della premier

Roma, 21 gennaio 2023 -  Balneari, la maggioranza scricchiola: FdI clamorosamente fa dietrofront. Il partito di Giorgia Meloni ha infatti deciso di non inserire tra gli emendamenti al Milleproroghe segnalati dal proprio gruppo al Senato quello che mirava ad eliminare il termine del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari prorogandole senza una fine certa.

La premier Giorgia Meloni con il vicepremier Matteo Salvini e Silvio Berlusconi
La premier Giorgia Meloni con il vicepremier Matteo Salvini e Silvio Berlusconi

Balneari, il dietrofront di FdI

Un obiettivo perseguito anche da analoghi emendamenti di Fi e Lega, che oggi però confermano la linea "segnalando" i due emendamenti azzurri (uno proroga le concessioni di un anno, l’altro di due) sottoscritti dal partito di via Bellerio che tra l’altro con il leader Matteo Salvini è tornato sull’argomento rivelando di aver parlato su questo con la premier Giorgia Meloni.

Da Forza Italia, però, si preferisce evitare di parlare di "rottura" nella maggioranza anche se non si nascondono le possibili difficoltà cui andrà incontro la stessa Meloni. "Poi siamo sempre disponibili a vederci e trovare una soluzione tra di noi", aggiungono fonti del partito di Berlusconi. A fronte dei 1.200 emendamenti al Milleproroghe presentati dai partiti nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, i gruppi si sono impegnati a indicare entro lunedì alle 15 i "segnalati", cioè quelli che verranno davvero discussi e votati. Ebbene Fdi ha anticipato i tempi indicando già oggi i propri emendamenti segnalati, e tra questi non vi è quello sui balneari.

Che cosa prevedeva l'emendamento

L'emendamento abrogava il termine del 31 dicembre 2023 indicato da Consiglio di Stato e confermato dal ddl concorrenza del governo Draghi per la validità delle attuali concessioni. Questo termine implica l’approvazione entro l’anno in corso della riforma e della successiva messa a gara delle concessioni. La prima firma di Lavinia Mennuni, senatrice vicina a Meloni, dava autorevolezza all’emendamento, che avrebbe rappresentato una prova muscolare contro Consiglio di Stato e Ue. Mennuni ha presentato anche un secondo emendamento che sposta solo in avanti il termine di un anno.

Simile a questo secondo emendamento è la proposta Fi-Lega, firmata da Licia Ronzulli, Maurizio Gasparri, Gianmarco Centinaio e Roberto Marti che fa slittare la proroga di due anni, al 31 dicembre 2025, ma mantiene un termine.

Gli stessi Centinaio e Marti hanno presentato un altro emendamento che istituisce un tavolo tecnico presso il Ministero delle Infrastrutture per varare la riforma, in attesa della quale rimangono valide le concessioni, senza un termine perentorio: proprio come prevede l’emendamento Mennuni.

"Meloni non si mette contro la Ue mentre ci discute del Pnrr"

"Io penso che la proposta sui balneari non andrà da nessuna parte. Fu proprio Berlusconi a creare questa confusione normativa, generando un’incertezza anche per le imprese che vogliono investire e che loro vorrebbero difendere. Ma Giorgia Meloni non si metterà contro l’Europa mentre ci discute del PNRR. D’altronde non è riuscita a mettere dalla sua parte neanche un’altra categoria, quella dei benzinai, che infatti confermano lo sciopero. Io vedo come un segno di debolezza di questa maggioranza il fatto che ogni tanto deve far vedere che difende qualche gruppo a lei vicino", ha dichiarato  Paola De Micheli (PD), ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.