Verona e post-M5S, i ballottaggi alzano la posta

Le indicazioni di voto nel secondo turno amministrativo saranno indispensabili per disegnare gli equilibri di qui alle prossime elezioni politiche

Roma, 25 giugno 2022 - Il turno di ballottaggio non è un turno banale. Certo, non vanno al voto le grandi città che ci furono a ottobre scorso (Milano, Roma, Bologna, Torino e Napoli) ma trattandosi dell’ultimo test nazionale prima delle politiche della primavera prossima qualche indicazione utile arriverà. Due su tutte: la tenuta dell’alleanza di centrodestra e le conseguenze della scissione cinquestelle, con conseguente punto interrogativo sulle manovre al centro.

Federico Sboarina  e Damiano Tommasi (Ansa)
Federico Sboarina e Damiano Tommasi (Ansa)

Il primo focus è quindi su Verona, dove il cdx è arrivato diviso tra Sboarina e Tosi, e dove la coalizione testa il proprio punto debole, cioè la capacità di restare unita. Se infatti i sondaggi nazionali assegnano al centrodestra una quasi-maggioranza (sommando i tre partiti più importanti più un po’ di cespugli), la difficoltà nel 2023 sarà trasformare questa preminenza nei numeri in una preminenza nei seggi. Impresa non banale e non scontata. Non scordiamoci come alle scorse amministrative la rissosità interna ha impedito al centrodestra di ottenere risultati positivi in piazze dove almeno sulla carta partiva in pole position o era dato per estremamente competitivo (Roma e Milano su tutte). Se a Verona, città per antonomasia di centrodestra, dovesse vincere Tommasi non sarebbe certo un bel segnale.

All’opposto il Pd saggerà dal vivo le conseguenze della scissione grillina. I delusi o i fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle diserteranno le urne o resteranno nell’alveo di quella che era il campo progressista? E sempre per restare alla metafora del 'campo', stavolta allargato, la prospettiva disegnata da Letta, reggerà alla prova del voto? Poi, non ultimo, queste numerose e variegate sigle centriste, mostreranno un peso? Essendosi sparse qua e là nello schieramento avranno in qualche modo occasione di far capire di essere determinanti, o all’opposto, ininfluenti.

Un test insomma che non cambierà la geografia politica del paese ma che darà interessanti indicazioni per gli schieramenti che si andranno a comporre subito dopo l’estate. E poi di corsa tutti di corsa, immancabilmente uno contro l’altro, verso il voto.

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