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L’elezione di una Craxi a presidente della commissione Esteri del Senato si porterà dietro una crisi di governo? Non è certo, ma è possibile. L’ira di Conte per la sconfitta in commissione tracima a tal punto che, a sera, sconfina in uno scambio di tweet al vetriolo con Giorgia Meloni. "Vuoi stare in maggioranza e, insieme, fare l’opposizione al governo. Sei patetico e chiacchierone. Giochi tutte le parti in commedia", lo accusa la prima. "Sei la pasionaria dell’opposizione o quella che vota con Renzi in commissione Esteri? La paladina degli italiani o quella che vuole tagliare i fondi alle famiglie povere per investirli in armi? Sono tutt’orecchie", ribatte Conte. La tensione è alle stelle, ma non tra Fd’I e M5s, che sarebbe anche una cosa normale, ma dentro la maggioranza di governo. Tra Conte che minaccia Draghi di non votare più decreti sulle armi, il Pd che mette tutti sul chi va là ("Attenti che il treno deraglia" dice Letta) e il centrodestra di governo che incassa il via libera alla Craxi e esulta nel vedere Conte nelle peste. I 5 Stelle sono riusciti nella nobile impresa di perdere, in un colpo solo, la presidenza della commissione Esteri del Senato e a spaccarsi. Altro che "si è formata una maggioranza che va da Fd’I a Iv", come schiuma di rabbia Conte. Il quale arriva persino a minacciare il governo: "Il premier era stato avvertito del fatto che si stava lavorando in modo surrettizio a violare i patti. Spetta a lui tenere in piedi questa maggioranza", dice Conte che convoca d’urgenza il Consiglio nazionale del M5s. Il quale Consiglio è lo stesso che, fino al giorno prima, già minacciava la crisi di governo di fronte a nuovi invii di armi in Ucraina, se Draghi non accetterà dibattito e voto. I 5S ...
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