Venerdì 19 Aprile 2024

Bagarre alla Camera, i dem lasciano l'Aula. Fico: "Arrivederci", poi si scusa

Alta tensione: un 5 stelle mima il gesto delle manette contro Migliore, i dem ne chiedono l'espulsione, il presidente la nega e, quando i deputati escono li saluta ironicamente

Il presidente della Camera Roberto Fico (Ansa)

Il presidente della Camera Roberto Fico (Ansa)

Roma, 14 febbraio 2019 - Tensione alle stelle, alla Camera dei deputati, con tanto di scontro in aula tra il Pd e il presidente pentastellato Roberto Fico (che alla fine si è scusato). Succede durante l'esame della legge costituzionale sul referendum propositivo. A far scattare la scintilla della rissa parlamentare è stato il deputato M5s Giuseppe D'Ambrosio, che ha mimato il gesto delle manette in direzione del deputato dem Gennaro Migliore

Dal Pd prima Enrico Borghi, poi Emanuele Fiano hanno chiesto di espellere il deputato 5 stelle minacciando, in caso contrario, di abbandonare l'aula. "E' stato fatto un richiamo formale, in questo momento oltre non vado, poi vedremo col collegio dei questori", ha spiegato Fico. Ma la sua risposta non ha soddisfatto i deputati dem che hanno lasciato in polemica l'assemblea, salutando col gesto della mano la terza carica dello Stato - "Arrivederci", ha risposto Fico ironicamente -, lanciandogli addosso i fascicoli stampati della seduta.  "Questo non lo accetto", ha tuonato a questo punto il presidente, sospendendo la seduta. Secondo fonti M5s il deputato che avrebbe lanciato i fascicoli all'indirizzo del presidente sarebbe Davide Gariglio del Pd.  

LA BAGARRE - La bagarre in aula si è scatenata alla fine di un dibattito sulle modalità di selezione dei parlamentari da parte dei diversi partiti. Il deputato di Fi Alessandro Cattaneo ci è andato giù pesante e, rivolto ai 5 stelle, ha detto: "Proprio voi parlate di popolo, ma da chi siete selezionati? Da un popolo di troll e nerd su un sistema operativo fasullo. Poi quando vi presentate alle comunali raccogliete poche preferenze. Andate a studiare politica dei territori. Quale popolo avete consultato per aver messo lì un premier che passava per caso?".  A difesa dei pentastellati ha parlato Francesco Forciniti: "Fi è un partito che da sempre si è battuto per ridurre la rappresentanza dei cittadini senza preferenze col metodo dei listini bloccati che non hanno mai visto meritocrazia e metodi trasparenti. Vergogna".

La situazione è degenerata però con l'intervento di Giuseppe D'Ambrosio (M5s) che ha parlato di dibattito surreale: "Pd e Fi parlano di preferenze ma sono i partiti che hanno cancellato da questo Parlamento le preferenze per fare i listini bloccati per mettere i peggiori parlamentari della vergogna della Repubblica".  Fico lo ha ripreso chiedendogli di usare "parole rispettose nei confronti dei parlamentari". Ma D'Ambrosio ha proseguito: "Ricordo il nome di Francantonio Genovese condannato in primo grado a 11 anni, cacciato dal Pd, passato a Fi dove è stato accolto a braccia aperte". Parole che hanno fatto infuriare il Pd, che ha chiesto a Fico di espellere D'Ambrosio.  

LE SCUSE - Fico ha riaperto la seduta per qualche minuto chiedendo "scusa per aver risposto 'arrivederci'" ai deputati del Pd che lasciando l'aula hanno salutato con la mano la presidenza. "Mi sono lasciato andare, chiedo scusa al Pd senza alcun problema, è stata una mia colpa, un mio errore. Quando questa presidenza sbaglia chiede scusa", ha aggiunto. Quindi "apprezzate le circostanze", ha rinviato nuovamente l'esame della legge costituzionale sul referendum propositivo alla prossima settimana.