Mercoledì 24 Aprile 2024

Stop all'anagrafe delle coppie gay, il Viminale contro il sindaco di Milano

L’ira delle Famiglie Arcobaleno: "Indegno di un Paese civile". Sala pronto a mettere in discussione la circolare

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi

Milano, 14 marzo 2023 - Il Ministero dell’Interno stoppa la registrazione nell’anagrafe milanese di figli di coppie omogenitoriali composte da due uomini o due donne. Il sindaco Giuseppe Sala ieri pomeriggio ha convocato a Palazzo Marino alcuni rappresentanti delle Famiglie arcobaleno per riferire loro che, a causa di una circolare del Viminale e di una precisazione della Procura di Milano, il Comune è costretto a interrompere la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali, salvo nel caso di bimbi nati all’estero da due madri. Un’indicazione che non convince per nulla il primo cittadino progressista meneghino, pronto a condurre una battaglia politica per far sì che sia consentita la trascrizione anagrafica di figli dei genitori dello stesso sesso. Una battaglia politica che vedrà contrapposti (e rischia di peggiorarne i rapporti) il governo Meloni e il ministro Matteo Piantedosi da una parte e il primo cittadino targato centrosinistra dall’altra.

Ma torniamo a quanto accaduto ieri. La decisione del sindaco arriva dopo una circolare del prefetto milanese Renato Saccone inviata il 10 marzo a tutti i sindaci dell’area metropolitana, Sala in primis in quanto primo cittadino della città capoluogo. Nel documento di Palazzo Diotti, arrivato a valle di un approfondimento con il Viminale sulle "casistiche più frequentemente registrate", si legge che "la formazione in Italia di atti di nascita recanti l’indicazione di genitori dello stesso sesso non è consentita dalla normativa vigente" e che la legge 40/2004 consente il ricorso alla procreazione medicalmente assistita soltanto alle doppie formate da persone di "sesso diverso".

La stessa legge vieta di ricorrere alla maternità surrogata, norma che le Sezioni Unite della Cassazione, con una sentenza pubblicata il 30 dicembre 2022, hanno definito di "ordine pubblico internazionale", considerato il fatto che la surrogazione di maternità "offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane". In altre parole, specifica il prefetto citando le motivazioni del verdetto, "il solo genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionato nell’atto di nascita che viene formato in Italia".

Le reazioni sono immediate. La presidente di Famiglie arcobaleno, Alessia Crocini, commenta: "Abbiamo appreso con profondo sconforto la notizia, consapevoli di quanto questo governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia. I bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, il ministro Piantedosi e la premier Meloni se ne facciano una ragione. Questa situazione non è degna di un Paese civile. Ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà".

La polemica politica, intanto, infuria. Il deputato del Pd Alessandro Zan parla di "pressioni inqualificabili che confermano l’ostilità del governo Meloni contro i diritti della comunità Lgbtqia+. L’Unione Europea chiede anche all’Italia di fare passi in avanti verso la piena uguaglianza di tutti i cittadini e il governo risponde con azioni degne dell’Ungheria di Orbán".

Il consigliere comunale di Milano popolare, il cattolico Matteo Forte, che già lo scorso febbraio aveva scritto al prefetto sul tema, è netto: "Su tutta questa vicenda, solo oggi (ieri, ndr) Sala ha detto una cosa giusta, ovvero che ne farà una sua battaglia politica. Non è condivisibile, ma almeno è legittimo. Per quanto riguarda il resto, ciò che emerge è che lui ha piegato il diritto alle sue battaglie ideologiche. Che la mia iniziativa abbia contribuito all’esito odierno, poco mi interessa. Mi interessa che abbia vinto il diritto".