Roma, 4 febbraio 2025 - I ministri dell'Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio riferiranno domani alle 12,15 alla Camera sul caso Almasri. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, come riferisce il capogruppo di M5s Riccardo Ricciardi. In concomitanza con l'informativa saranno ampliati i tempi di intervento dei gruppi.
Inizialmente l’informativa non doveva essere in diretta televisiva perché sull'opzione non si era trovato l'ok unanime. Immediate la polemiche da parte dell’opposizione che spiegava come le riprese fossero saltate in quanto un gruppo di maggioranza si era detto contrario. Circostanza confermata dal ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che, però, preferiva non entrare nel merito: "Qualcuno nella maggioranza non era d'accordo", le sue parole. Quindi nel tardo pomeriggio, a seguito di “una ulteriore interlocuzione avviata dal Presidente della Camera, Lorenzo Fontana” arrivava il via libera alle riprese in diretta sui canali Rai. Mai in discussione invece la trasmissione dal Senato, con l’informativa prevista alle 15.30.

"Sul caso Almasri la maggioranza e il governo in questi giorni hanno richiamato tutti con forza al recupero del primato della politica contro presunte ingerenze della magistratura ora finalmente arriva la disponibilità del governo a informare il Parlamento ma la presidente Meloni si sottrae e la maggioranza si oppone a trasmettere in diretta televisiva l'informativa del governo. Tutto ciò è grave e assurdo, impedire ai cittadini di ascoltare in diretta la versione del governo. Evidentemente non ne sono convinti neanche loro o intendono avvalersi della facoltà di non rispondere in barba al primato della politica?", ha attaccato il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
"Abbiamo chiesto che l'informativa di domani fosse trasmessa in diretta dalla Rai ma la maggioranza si oppone: evidentemente i video devono essere solo a senso unico fatti dalla premier Meloni senza nessuna possibilità di confrontarsi. In Parlamento continueremo a chiedere chiarezza e a pretendere che ci siano tutte le informazioni che il paese merita", ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga.
Anche Renzi è andato all’attacco. "Avrebbe dovuto riferire Giorgia Meloni ma Meloni scappa. Fa la coraggiosa solo su Instagram, poi quando trova qualcuno che l'affronta lei non ci sta, ci sta al gioco democratico. O fa i monologhi sui social o si fa intervistare da giornalisti amici come Vespa e Porro ma non accetta il confronto democratico", le parole dell’ex premier.
"Il governo non scappa dal Parlamento, non c'era nessuna volontà dilatoria", l'informativa sarà tenuta da "due ministri molto importanti, quindi sono in grado di dare le risposte adeguate", è la replica del ministro Ciriani al termine della capigruppo. Interpellato su una eventuale altra informativa della premier Giorgia Meloni, chiesta a gran voce dalle opposizioni, ha risposto: "Ci sono i due ministri che sono in grado di garantire la massima informazione".
Il precedente con i marò
Non è la prima volta che due esponenti del governo riferiscono insieme in Parlamento. Accadde ad esempio all'alba della diciassettesima legislatura, il 26 marzo del 2013, quando era ancora in carica il governo presieduto da Mario Monti. I ministri degli Esteri e della Difesa, Giulio Terzi di Sant'Agata e Giampaolo Di Paola, si presentarono alla Camera per un'informativa sul rientro in India dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, arrestati il 16 febbraio 2012 con l'accusa di aver ucciso due pescatori. Terzi in quell'occasione annunciò le sue dimissioni, non avendo condiviso la decisione del Governo. Per questo saltò l'informativa prevista subito dopo al Senato, che fu rinviata al giorno successivo, quando si presentò il presidente del Consiglio, Mario Monti.